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L' analisi

Delitto Veronese: quanti retroscena nel giallo di Collegno

Tredici coltellate e un luogo che non è stato scelto a caso...

Delitto Veronese: quanti retroscena nel giallo di Collegno

L’omicidio di Marco Veronese, 39 anni, assassinato a Collegno il 23 ottobre con 13 coltellate, richiede una lettura attenta delle dinamiche, più che una semplice cronaca. L’accanimento nei confronti della vittima, il numero di fendenti e la precisione dell’attacco suggeriscono un movente personale, probabilmente passionale, e non collegato a criminalità organizzata o a un killer professionista. Veronese è stato colpito sotto la casa dei genitori, dove viveva da separato dalla moglie, e non nel proprio ufficio della M&M Service, società di videosorveglianza a Collegno. Aveva tre figli piccoli e spesso si fermava dalla nuova compagna, ma non quella sera. La scelta del luogo indica che chi ha agito conosceva le sue abitudini e sapeva esattamente dove sarebbe stato. L’assassino non si è recato nel luogo di lavoro, ma ha aspettato la vittima nel punto che sapeva frequentare. La premeditazione emerge anche dalle testimonianze: l’aggressore appunto attendeva Marco, e l’attacco è stato personale e calibrato, con tredici fendenti. Particolare attenzione meritano le telecamere presenti nei dintorni. Molte erano state installate dallo stesso Veronese nell’ambito della propria attività professionale. L’analisi dei filmati è centrale: può confermare movimenti, tempi e dettagli della dinamica, permettendo di ricostruire sequenze precise tra vittima e aggressore. È lo stesso approccio usato nelle indagini sul caso Mauro Glorioso, colpito da una bici lanciata dai Murazzi, che ha permesso di chiarire movimenti e responsabilità. Le testimonianze raccolte delineano un quadro inquietante: Marco avrebbe urlato «Bastardo, che fai qui?», non un grido d’aiuto ma un insulto rivolto, probabilmente, a chi conosceva e sapeva lo stava per colpire. L’aggressore non è un professionista freddo, ma qualcuno con conoscenze intime della vittima, che ha calcolato tempi e movimenti. Il movente passionale, o comunque personale, potrebbe essere uno dei fili conduttori dell’indagine. Gli elementi noti escludono piste mafiose o legate a criminalità organizzata.

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