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Il caso

Costretta a prostituirsi incinta: condannato il suo compagno

L’uomo, che nel frattempo si è trasferito in Sicilia per lavoro, potrà chiedere la sostituzione della pena con i domiciliari, con la possibilità di lavorare

Costretta a prostituirsi incinta: condannato il suo compagno

L’aveva costretta a prostituirsi in strada, anche durante la gravidanza, e a pubblicare annunci su siti a luci rosse. Per lui, quei soldi erano l’unico modo per vivere e procurarsi fino a 200 euro al giorno di droga. Quando lei provava a ribellarsi, arrivavano le minacce, le botte e gli insulti: «Mi fai schifo, non sei una donna». Il tribunale di Torino ha condannato un uomo di 41 anni a quattro anni di reclusione per maltrattamenti e sfruttamento della prostituzione. La vittima, oggi ventinovenne, è madre di un bambino di dieci anni. I due si erano conosciuti sui social, come tante storie nate dietro uno schermo e finite in un incubo. I fatti contestati risalgono al periodo tra gennaio 2015 e marzo 2016, tra Marentino e Torino. Anni in cui, secondo l’accusa, l’uomo avrebbe progressivamente trasformato la relazione in un dominio: prima il controllo, poi la violenza, infine lo sfruttamento. Il collegio presieduto dalla giudice Federica Bompieri (a latere Rosanna La Rosa e Alfredo Toppino) ha riconosciuto all’imputato le attenuanti generiche. L’uomo, che nel frattempo si è trasferito in Sicilia per lavoro, potrà chiedere la sostituzione della pena con i domiciliari, con la possibilità di lavorare, in un’udienza già fissata per il 9 febbraio 2026. Il suo difensore, l’avvocato Federico Burzio, nella sua arringa aveva chiesto al tribunale di contenere la pena tra i due e i quattro anni. All’uscita dall’aula ha annunciato che, una volta lette le motivazioni, presenterà appello. L’accusa aveva invece chiesto una condanna a 4 anni e 8 mesi. Nella requisitoria, il pm ha sottolineato la storia difficile della donna, una vita segnata da abbandono e fragilità. Cresciuta in una comunità protetta, era stata poi affidata a una famiglia dopo l’allontanamento dai genitori tossicodipendenti. Aveva da poco compiuto 18 anni quando ha conosciuto l’uomo che, nel giro di pochi mesi, l’ha isolata, piegata e usata. La costringeva a incontrare i clienti sotto minaccia, a pubblicare annunci online, e a consegnargli ogni euro guadagnato. Con quei soldi, lui si pagava la droga, lasciandole solo le briciole e un mucchio di lividi. Durante il processo, la giovane ha ripercorso gli anni di violenza e la paura quotidiana.

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