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CRONACA GIUDIZIARIA

«Mamma mi ha strozzato»: il dramma ignorato che ha ucciso un bambino

Il piccolo aveva denunciato la violenza, ma nessuno lo ha salvato

«Mamma mi ha strozzato»: il dramma ignorato che ha ucciso un bambino

«Mamma ha provato a strozzarmi». Lo aveva detto Giovanni, 8 anni, ai carabinieri nel giugno del 2023. Parole pesanti, che oggi risuonano tragicamente dopo che mercoledì sera il bambino è stato ucciso a coltellate dalla madre, Olena Stasiuk, a Muggia, in provincia di Trieste. Le denunce, i verbali, le relazioni degli assistenti sociali e le sentenze accumulate in circa cinquemila pagine documentano un bambino spaventato, e una madre con precedenti problemi psichiatrici. Due inchieste sono aperte. La prima, penale, vuole capire come una donna seguita dai servizi sociali e in cura presso un Centro di Salute Mentale abbia potuto uccidere il figlio approfittando di un incontro senza la presenza di operatori. La seconda, ministeriale, punta a ricostruire le decisioni che avevano permesso incontri «non protetti», autorizzati dal tribunale civile il 13 maggio 2024 sulla base dei progressi dichiarati dalla donna. Il conflitto familiare tra Paolo Trame, 58 anni, e Olena Stasiuk, 55, originaria di Zaporizhzhia, Ucraina, dura da anni. La separazione risale al 2017 e da allora si sono succeduti denunce, relazioni dei servizi sociali e provvedimenti giudiziari. Nel 2018, secondo le carte, Olena avrebbe minacciato di togliersi la vita insieme al figlio. Eppure alcune denunce, come quella per tentato strangolamento del bambino, erano state archiviate: le ferite, giudicate guaribili in tre giorni, potevano derivare «anche da eventi accidentali», scrisse il gip. Il padre aveva provato a proteggere Giovanni in ogni modo: tra i gesti concreti, uno smartwatch per contattarlo in caso di emergenza. Ma il piccolo, secondo quanto emerge, non lo aveva mai realmente usato. Le parole del bambino nel 2023 descrivono un quadro inquietante: mani che serrano il collo, paura costante durante le visite. Parole che, rileggendo gli atti, lasciano il sapore amaro di un allarme ignorato. Ora, il ministero della Giustizia vuole ricostruire tutta la catena di controlli, verificare le procedure adottate dai servizi sociali e capire se siano stati rispettati i protocolli per genitori con precedenti psichiatrici. L’autopsia dovrà stabilire quante coltellate hanno strappato la vita a Giovanni.

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