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Piemonte, l'export traina ma la domanda interna resta debole: «La crescita c’è, ma non per tutti»

Giovanni Genovesio, presidente di CNA Piemonte: «Le piccole imprese continuano a soffrire»

Piemonte, l'export traina ma la domanda interna resta debole: «La crescita c’è, ma non per tutti»

Nel terzo trimestre 2025, i dati sulla produzione industriale regionale del Piemonte segnano un +2,5% rispetto all'anno precedente, con un forte aumento degli ordinativi esteri, che registrano un +42,8%. Questo evidenzia il crescente successo delle esportazioni, che continuano a rappresentare il motore principale dell’economia piemontese. In particolare, settori come l'industria alimentare (+5%), la chimica e plastica (+3,1%) e l'aerospazio hanno dato un forte impulso alla crescita.

Tuttavia, i dati evidenziano anche difficoltà strutturali: la domanda interna cresce solo del +1,6%, mentre l’indice di fiducia delle imprese rimane sotto quota 100, segnalando aspettative negative per i prossimi mesi. Il rischio è che la ripresa, seppur evidente, resti fragile e non diffusa su tutto il tessuto produttivo. L'analisi dei numeri suggerisce che, sebbene il Piemonte sia competitivo sui mercati esteri, le micro e piccole imprese locali faticano a beneficiare di questa espansione.

Secondo i dati dell'Osservatorio Micro e Piccole Imprese, il 55,6% delle aziende ha registrato una decrescita nel primo semestre del 2025, con solo l’8,5% che segnala un miglioramento. La percezione della crescita da parte delle imprese locali rimane quindi negativa, a causa di una domanda interna debole e delle difficoltà legate all’accesso al credito e ai costanti aumenti dei costi operativi. Questi fattori rendono difficile per molte piccole imprese mantenere una crescita stabile.

Anche l’aumento della cassa integrazione (FSBA) nel settore manifatturiero, in particolare nelle filiere del tessile, orafi e meccanica/automotive, riflette le difficoltà delle piccole aziende nell’adattarsi alla pressione economica. I dati mostrano che il settore della meccanica di precisione ha visto il coinvolgimento di 1.576 datori di lavoro e 9.850 lavoratori, un chiaro segnale di disagio.

Giovanni Genovesio, presidente di CNA Piemonte, commenta: "La crescita c’è, ma non è per tutti. Bene l’export, ma le micro e piccole imprese soffrono ancora, con costi, accesso al credito e una domanda interna debole che impediscono investimenti stabili e una programmazione a lungo termine".

Delio Zanzottera, segretario di CNA Piemonte, aggiunge: "L’export è fondamentale, ma lasciarlo solo a trainare la ripresa espone il sistema regionale alla volatilità internazionale. Serve un immediato intervento per rafforzare la domanda interna e sostenere le filiere locali".

In sintesi, nonostante la crescita export e alcuni settori in espansione, i dati suggeriscono che la ripresa economica in Piemonte rimane polarizzata e non equamente distribuita. Le imprese più grandi, orientate all’export, sono quelle che meglio riescono a sostenere la crescita, mentre le piccole e micro aziende soffrono maggiormente, a causa della debole domanda interna, dell'alto costo del lavoro e delle difficoltà di accesso al credito. Il divario tra il successo nei mercati internazionali e le difficoltà locali resta una sfida per l’equilibrio e la sostenibilità della ripresa economica piemontese.

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