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CRONACA GIUDIZIARIA

Don Alì: un nuovo fascicolo e nuove denunce

Da "star" dei social alla cella da solo. Diceva: «In Italia si può fare di tutto»

Don Alì: un nuovo fascicolo e nuove denunce

Don Alì e i suoi compari continuano a collezionare denunce e fascicoli in Procura. Nonostante il 24enne, originario del Marocco ma cittadino italiano, si trovi già nel carcere Lorusso e Cotugno, le autorità continuano a seguire le vicende legate alla sua attività sui social. Il suo nome è Alì Said, noto come “capo dei maranza”, titolo che si è attribuito da solo nel corso degli anni, attraverso video e filmati diffusi sui suoi canali. L’arresto attuale scaturisce dai fatti legati a un episodio in cui Alì ha ripreso e minacciato un insegnante all’uscita della scuola, mentre era con la figlia di tre anni, diffondendo il materiale in rete. I media hanno cominciato a parlarne e le autorità hanno avviato le indagini. In 29 giorni, Alì Said è stato arrestato. Nei giorni precedenti, il giovane si era reso protagonista di un’altra vicenda. Una troupe Mediaset si era recata a intervistarlo sotto casa. La giornalista e il collega erano seduti in macchina quando un ragazzo incappucciato, che dalla descrizione corrispondeva proprio a Alì, ha cominciato a sfondare i vetri del veicolo. I reporter erano dentro l’auto, e la situazione è stata definita di «puro terrore». E per questi fatti, un nuovo fascicolo in procura, appunto.
Venerdì sera, la Squadra Mobile ha rintracciato il 24enne nella cantina dove si era nascosto e lo ha portato alle Vallette, senza fermate intermedie. Lo stavano cercando e lui lo sapeva. Ha provato a scappare, ma le forze dell’ordine non glielo hanno permesso. Fine dei giochi. Alì è ora detenuto per minacce aggravate e diffamazione a mezzo stampa, reati per i quali rischia fino a sei anni di carcere, da scontare integralmente in cella, perché in passato si è già beffato di misure alternative più leggere. È assistito dall’avvocato Federica Galante, che probabilmente chiederà un riesame. Attualmente, nel padiglione A, l’ora d’aria la trascorre in compagnia degli altri detenuti, ma dimora in una cella da solo per la propria tutela. In tanti non nutrono grande simpatia per Alì, come si legge nei commenti sui social. Nel frattempo, continuano ad arrivare le conseguenze legali degli anni di illeciti. Gli avvocati Davide Salvo e Davide Noviello, che rappresentano il maestro, la sua famiglia e la scuola delle suore dove l’insegnante lavora, hanno presentato quattro denunce complessive. L’ultima riguarda la risposta ai video pubblicati da “amici” del Don di Barriera di Milano, altri sedicenti influencer “della cultura maranza”, sempre per citare le loro stesse parole, che continuano a diffamare l’insegnante usando l’hashtag “FreeDonAlì”. L’interrogatorio del 24enne e dei suoi compari si è svolto martedì. Fonti vicine alla Procura rivelano che “non vi sono state ammissioni di responsabilità”, né da parte del Don, né dai compari che erano con lui. Alì, in uno dei suoi ultimi video, dichiarava: «In Italia si può fare ciò che si vuole senza conseguenze».

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