«Se torno in Egitto rischio la morte»: l’imam di San Salvario davanti ai giudici

Davanti ai giudici collegati in video dal Cpr di Caltanissetta, Mohamed Shahin ha scelto di chiarire la sua posizione: «Non sostengo Hamas e non incito alla violenza». Il 47enne, di origini egiziane, imam della moschea di San Salvario, è destinatario del provvedimento di espulsione firmato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e ora in attesa della convalida del trattenimento. Shahin ha chiesto protezione internazionale. «Ho moglie e due figli. Se torno in Egitto ho paura di essere arrestato perché oppositore di Al Sisi». Nel decreto d’espulsione gli viene contestato un «ruolo di rilievo in ambienti dell’Islam radicale», anche per via dei contatti con soggetti noti per posizioni estremiste: Halili Elmadi, arrestato dalla Digos a Lanzo come appartenente all’Isis, e Giuliano Ibrahim Delnevo, il 20enne genovese morto in Siria. «Halili frequentava la moschea; Delnevo l’ho conosciuto a Imperia durante un controllo», ha spiegato. A sollevare maggiore polemica, però, erano state le parole pronunciate il 9 ottobre, dopo la strage di Hamas: «Personalmente sono d’accordo». In aula ha precisato che intendeva riferirsi al «diritto del popolo palestinese ad avere una propria sovranità». I suoi difensori, gli avvocati Gianluca Vitale e Ahmed Jama, sostengono che un rimpatrio equivarrebbe a «una morte certa» e contestano la valutazione di pericolosità. La decisione sul trattenimento spetta ora alla Corte d’appello di Torino: la giudice Maria Cristina Pagano dovrebbe trasmettere il dispositivo entro la mattinata.

Powered by