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Il caso

I sindacati Gtt si fanno sentire: "Le 200 nuove assunzioni non bastano"

Sembra che nei prossimi tre anni ci sarà un taglio sui trasporti nella nuova legge di bilancio che potrebbe arrivare al 40%

I sindacati Gtt si fanno sentire: "Le 200 nuove assunzioni non bastano"

Foto di repertorio

Si è svolta su richiesta del consigliere Pierlucio Firrao la commissione dedicata alla situazione del trasporto pubblico locale, gestito a Torino da Gtt, con la partecipazione delle organizzazioni sindacali Faisa-Cisal, Fast-Confsal, Filt-Cgil e Fit-Cisl, oltre alla presenza dell'assessora alla Mobilità Chiara Foglietta, che ha aperto ribadendo che «il fondo nazionale trasporti è fermo dal 2012 e le aziende di trasporto locali stanno in piedi grazie a quello, non certo dai biglietti e dagli abbonamenti».

Il tema centrale della discussione è stato duplice: la sostenibilità finanziaria del sistema e la condizione del personale, in particolare degli autisti. Negli interventi dei rappresentanti sindacali è emersa una posizione chiara: le difficoltà operative di Gtt non derivano soltanto dalla gestione aziendale, ma soprattutto dalla mancanza di fondi di sistema e dalla perdita di attrattività della professione di autista. Il primo a intervenire è stato Alessandro Di Luca (Filt-Cgil), che ha fatto riferimento al fatto che, secondo voci già diffuse in merito alla legge di bilancio, «nella nuova bozza è previsto un ulteriore taglio sui trasporti nei prossimi tre anni, fino al 40%». Una previsione che, secondo Di Luca, «deve allarmare tutti» e spinge a doversi «interessare a questa cosa e a capire in anticipo se riusciamo a limitare i danni».

Sul fronte del personale, Roberto Porcella (Faisa-Cisal) ha ripercorso gli sviluppi degli ultimi mesi, confermando che un flusso di nuovi assunti è in atto: «Adesso stanno entrando», ma ha anche spiegato che i risultati non saranno immediati: «Vedremo questi effetti a cinque o sei mesi, perché comunque entrano, sono sempre nuovi, non tutti hanno già la patente giusta, quindi si perde molto tempo per la formazione e i corsi, ma stanno andando in quella direzione». Anche Daniele Fiore (Uil trasporti) ha sottolineato come il problema non sia solo numerico ma sociale e professionale: ha ricordato che «il mestiere di fare l'autista non è più appetibile per una questione di stress, per una questione di stabilità, per una questione economica», osservando che «la retribuzione oggi di un autista che deve operare per sette ore su un mezzo all'interno di una città metropolitana» non è proporzionata allo sforzo richiesto.

Fiore ha inoltre evidenziato la composizione demografica del personale attuale: «L'età media dell'autista è dai 50 anni in su», e ha ricordato che «nei prossimi anni sicuramente avremo delle forti uscite» proprio in ragione del ciclo naturale dei pensionamenti. Il quadro complessivo, dunque, non è quello di una crisi momentanea ma di una difficoltà accumulata negli anni, strutturale. Anche Fabio Cermenati (Fast-Confsal) ha sollevato una questione di principio: che senso hanno gli accordi sindacali se mancano i fondi per applicarli? «I segnali non si possono tradurre in atti concreti», ha avvertito, «a fronte di tagli è difficile applicare qualsiasi accordo per quanto vuoi».

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