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Antitrust Ue indaga su Meta: sotto la lente le funzionalità di IA in WhatsAp

La Commissione europea avvia un’indagine antitrust sul sistema “Meta AI”, mentre le autorità italiane conducono verifiche parallele sulle chatbot e i servizi Business

Antitrust Ue indaga su Meta: sotto la lente le funzionalità di IA in WhatsAp

La Commissione europea ha deciso di lanciare un’indagine antitrust sulle funzionalità di intelligenza artificiale integrate da Meta in WhatsApp. La notizia, riportata inizialmente dal Financial Times, è stata confermata da un comunicato ufficiale della Commissione. L’obiettivo è esaminare come il colosso tecnologico abbia implementato il suo sistema “Meta AI” all’interno della popolare app di messaggistica all’inizio del 2025, secondo quanto riportato dal quotidiano, che cita due funzionari europei.

Diversamente da quanto previsto dal Digital Markets Act (DMA), l’indagine si baserà sulle tradizionali norme antitrust europee. La funzionalità di IA, introdotta da Meta a marzo in tutti i Paesi dell’Unione, aveva subito inizialmente un ritardo a causa della complessità normativa del mercato europeo. Questa funzione consente agli utenti di ricevere suggerimenti automatici per la scrittura dei messaggi all’interno delle chat.

Il quadro italiano

In parallelo, le autorità italiane stanno conducendo una propria indagine su Meta, sospettata di aver sfruttato la posizione dominante per introdurre le funzionalità di IA in WhatsApp senza ottenere pieno consenso degli utenti. Lo scorso mese, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato italiana ha esteso l’indagine anche ai nuovi termini dei servizi WhatsApp Business e alle funzionalità IA, segnalando possibili effetti negativi sul mercato dei chatbot basati su intelligenza artificiale.

La Commissione europea ha precisato che l’indagine coprirà l’area SEE, esclusa l’Italia, per evitare duplicazioni con le verifiche italiane e possibili misure provvisorie relative al comportamento di Meta.

La risposta di Meta

Un portavoce dell’azienda ha definito le accuse “infondate”, sottolineando come la diffusione dei chatbot sulla piattaforma Business API generi sovraccarichi ai sistemi di Meta, non progettati per questo tipo di utilizzo. Secondo la società, il mercato dell’IA resta altamente competitivo e gli utenti hanno diverse alternative per accedere a servizi simili tramite app store, motori di ricerca, email, integrazioni di terze parti e sistemi operativi.

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