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Il caso

Murazzi, il caso della bici lanciata da Gianca: il giudice chiede l’aggravante dell’arma

Il procedimento riprende il 18 dicembre

Murazzi, il caso della bici lanciata da Gianca: il giudice chiede l’aggravante dell’arma

L’udienza, quella di oggi, ha rimesso al centro il lancio della bicicletta contro il locale Gianca, ai Murazzi. Un gesto ripreso, discusso, diventato fascicolo. In aula, il giudice Giorgio Potito ha preso posizione: sulla base della querela firmata dall’avvocato Gino Arnone, difensore della discoteca, ha disposto l’integrazione del capo di imputazione. Il pubblico ministero, Livia Locci, già titolare del fascicolo per il lancio della bici ai danni di Mauro Glorioso, dovrà riconoscere che quel gesto rientra nell’aggravante dell’uso dell’arma. Non serve che sia un’arma in senso classico: basta che l’oggetto, scagliato, abbia una potenziale capacità lesiva. E per il giudice, la bicicletta ce l’ha. Non finisce qui. Potito ha chiesto anche di modificare il capo di imputazione per il danneggiamento, inserendo l’aggravante dell’esposizione a pubblica fede: parliamo dell’ombrellone del locale, un bene destinato all’uso e alla tutela del pubblico. Anche questo entra nella valutazione. Il processo riprenderà il 18 dicembre, con i capi d’accusa rimodulati e il quadro giuridico ridefinito.

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