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La rinascita
06 Novembre 2025 - 17:50
Mauro Glorioso con i genitori e il professor Umberto Rircardi
I baci della madre, gli abbracci del padre. «Una bella soddisfazione, dopo sette anni di cui sei mesi passati a dormire». Con queste parole Mauro Glorioso ha commentato la sua laurea in Medicina e Chirurgia conseguita oggi all’ospedale delle Molinette. Due anni fa il giovane era finito in coma e rimasto tetraplegico in seguito a un episodio tragico: una bicicletta lanciata dai Murazzi, il 21 gennaio 2023, lo aveva colpito mentre si trovava lungo il Po. Oggi, invece, ha discusso la sua tesi davanti ad amici, familiari e una comunità universitaria che lo ha accompagnato nel suo lungo percorso di riscatto. L’aula magna è esplosa in un boato quando Mauro è stato proclamato dottore magistrale. Lacrime, abbracci, commozione.
«Quello che mi è successo è stato tremendo, però essere soli adesso sarebbe stato ancora peggio. Non siamo mai stati soli ed è la cosa più bella: avere persone intorno permette di affrontare anche le situazioni più brutte». La sua carriera universitaria, rallentata ma mai fermata dall’incidente, è stata definita «un lavoro di squadra» dall’Ateneo: docenti, tutor, segreterie e servizi di supporto hanno costruito attorno a lui un percorso speciale e rigoroso. «È stata una delle scelte più difficili della mia vita, ma ho avuto il privilegio di avere persone speciali che mi hanno permesso di superare tutto questo».
Mauro ha discusso una tesi sulle funzionalità del cuore, in particolare sull’impiego della TAC per valutare lo stato cardiaco dopo l’infarto, anche attraverso strumenti di intelligenza artificiale. Per lui, oltre alla laurea, è arrivata anche la dignità di stampa e l’invito del relatore, il professor Paolo Fonio, a continuare la collaborazione con il gruppo di ricerca che lo ha seguito. A presiedere la seduta di laurea è stato il professor Umberto Ricardi, vicerettore per la ricerca biomedica e per anni direttore della scuola di specializzazione. Ricardi non ha trattenuto l’emozione: «Ho voluto onorare la promessa fatta a Mauro nel box della terapia intensiva, stringendoci il braccio: lui si sarebbe laureato e io sarei stato presidente della sua seduta di tesi. È successo».
E sull’incidente ha aggiunto: «È inutile dire altro su un evento tragico causato da delinquenti di quel tipo. Ha cambiato la vita di una persona». Il voto finale, 101 su 110, ha riempito Mauro di soddisfazione. Ora il giovane medico guarda avanti. A luglio inizierà la specializzazione e affronta il futuro con il metodo che ha imparato lungo il percorso più difficile della sua vita: «Ho imparato ad affrontare un problema per volta».
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