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Pensioni, stretta in arrivo: si va in uscita più tardi e pesa il riscatto della laurea

La Manovra introduce correttivi dal 2031, meno valore agli anni di studio e finestre mobili più lunghe

Pensioni, stretta in arrivo: si va in uscita più tardi e pesa il riscatto della laurea

Nel nuovo emendamento del governo alla Manovra finanziaria emerge un doppio intervento che rende più difficile l’accesso alla pensione nei prossimi anni. Le misure, inserite nel testo all’esame della commissione Bilancio del Senato, puntano da un lato a ridurre il peso del riscatto della laurea nel calcolo dell’anzianità contributiva e dall’altro ad allungare i tempi di uscita dal lavoro attraverso finestre mobili più ampie.

Il primo intervento riguarda chi ha riscattato o intende riscattare gli anni universitari. A partire dal 2031, il periodo di studio conterà sempre meno ai fini del raggiungimento dei requisiti pensionistici. La sterilizzazione sarà progressiva: sei mesi in meno nel 2031, un anno nel 2032, un anno e mezzo nel 2034, fino ad arrivare a due anni e mezzo dal 2035. In concreto, la laurea triennale diventerà quasi irrilevante per anticipare l’uscita dal lavoro, mentre i cinque anni della magistrale varranno solo in parte. Il costo del riscatto, però, resterà invariato.

La seconda novità riguarda le cosiddette finestre mobili, cioè l’intervallo tra il momento in cui si maturano i requisiti e l’effettivo accesso alla pensione. Dal 2032 la finestra di tre mesi verrà progressivamente allungata: quattro mesi nel 2032 e 2033, cinque mesi nel 2034 e sei mesi dal 2035. L’obiettivo è prolungare la permanenza al lavoro in modo generalizzato, evitando però nuovi casi di esodati: la misura non si applicherà infatti a chi già beneficia di prestazioni straordinarie dei fondi di solidarietà.

Nel complesso, le modifiche delineano un quadro più restrittivo per chi guarda alla pensione nei prossimi anni, con effetti particolarmente penalizzanti per i lavoratori più giovani e per chi ha investito nel riscatto degli anni universitari come strumento per anticipare l’uscita dal lavoro.

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