Cerca

Il caso

Leonardo Caffo, pena dimezzata in appello: due anni e percorso obbligatorio per uomini violenti

Il filosofo, condannato in primo grado per maltrattamenti aggravati ai danni dell’ex compagna, ottiene il concordato in appello

Leonardo Caffo, pena dimezzata in appello: due anni e percorso obbligatorio per uomini violenti

La condanna inflitta a Leonardo Caffo è stata ridimensionata. Il filosofo trentasettenne, giudicato colpevole in primo grado per maltrattamenti aggravati ai danni dell’ex compagna, ha ottenuto in appello una riduzione della pena da quattro a due anni. La decisione è stata presa oggi, giovedì 18 dicembre, nel corso dell’udienza davanti alla Corte, che ha accolto l’accordo proposto dalla difesa.

Il legale di Caffo, l’avvocato Fabio Schembri, aveva presentato una richiesta di concordato in appello, già condivisa dalla sostituta procuratrice generale Franca Macchia. L’intesa prevedeva una riduzione della pena in cambio della rinuncia ai motivi d’appello e dell’impegno a seguire un programma psico-educativo presso un centro specializzato per uomini autori di violenza.

Assoluzione per le lesioni e sospensione della pena

Oltre al dimezzamento della condanna per i maltrattamenti, la Corte ha assolto Caffo dall’accusa di lesioni gravi, stabilendo che il fatto non costituisce reato. I giudici hanno ritenuto fondata la linea difensiva, secondo cui non vi sarebbe stata la volontà di provocare la frattura alla mano riportata dalla donna durante un litigio domestico.

L’accordo ha incluso anche la revoca della costituzione di parte civile da parte dell’ex compagna, il riconoscimento delle attenuanti generiche rispetto all’aggravante contestata, la sospensione della pena e la non menzione della condanna nel certificato penale.

Il processo di primo grado

La vicenda giudiziaria era iniziata nel luglio 2022, quando la donna aveva sporto denuncia. Il 10 dicembre 2024 il Tribunale di Milano aveva condannato Caffo a quattro anni di reclusione, disponendo inoltre un risarcimento complessivo di 45mila euro e l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. La Procura aveva inizialmente chiesto una pena più severa, pari a quattro anni e sei mesi.

Nelle motivazioni della sentenza, i giudici avevano descritto il comportamento dell’imputato come segnato da una volontà manipolatoria e da schemi patriarcali ritenuti inaccettabili. Secondo il tribunale, la relazione sarebbe stata caratterizzata da atteggiamenti reiterati e vessatori, sfociati più volte in violenza verbale e, in alcuni casi, anche fisica.

Con la decisione odierna, il procedimento si chiude con una condanna ridotta e con l’obbligo per Leonardo Caffo di intraprendere un percorso di responsabilizzazione e rieducazione.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.