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22 Dicembre 2025 - 15:40
Il sistema italiano del sostegno scolastico non garantisce pienamente i diritti dei docenti né quelli degli studenti con disabilità. È quanto emerge dalla decisione del Comitato europeo dei diritti sociali, organo del Consiglio d’Europa, che ha accolto all’unanimità il ricorso presentato nel 2021 dal sindacato Anief.
Secondo il Comitato, una parte rilevante degli insegnanti di sostegno lavora in condizioni di instabilità occupazionale, con contratti a tempo determinato che compromettono il diritto a svolgere un’attività lavorativa stabile e liberamente scelta. A questo si aggiunge un altro dato critico: circa il 30% dei docenti non ha completato il percorso di specializzazione richiesto per ricoprire il ruolo.
La precarietà del personale e le carenze nella formazione hanno ricadute dirette sugli alunni. Il Comitato ha infatti rilevato una violazione del diritto a un’istruzione inclusiva, ostacolata dalla continua rotazione degli insegnanti e dalla mancanza di competenze specifiche in una parte significativa del corpo docente.
Nel documento si precisa che l’analisi considera la situazione italiana fino al 19 marzo 2025. Pur riconoscendo il problema, il governo italiano ha difeso il ricorso ai contratti precari, ritenendolo in parte inevitabile nel settore dell’istruzione, soprattutto nel campo del sostegno, dove le esigenze possono variare di anno in anno in base a fattori come il numero di studenti con bisogni educativi speciali, i trasferimenti, le assenze per malattia e i pensionamenti.
L’esecutivo respinge inoltre l’idea di una discrepanza tra posti assegnati e fabbisogno reale delle scuole.
Il Comitato riconosce che, dal 2010 a oggi, il sistema del sostegno è stato potenziato. I dati Istat mostrano un forte incremento sia degli alunni con disabilità sia del numero di insegnanti di sostegno. In poco più di un decennio, gli studenti sono più che raddoppiati e il personale dedicato è cresciuto in modo significativo.
Tuttavia, questa espansione è avvenuta soprattutto attraverso contratti a termine. La quota di docenti precari è passata da poco più del 4% all’inizio degli anni Duemila a oltre il 46% nell’anno scolastico 2023/2024, un dato che per Strasburgo rappresenta una criticità strutturale.
Per l’anno scolastico 2024/2025 è stata avviata una procedura straordinaria di assunzione con l’obiettivo di ridurre l’instabilità lavorativa, ma il Comitato precisa che, non essendo ancora pienamente operativa, non è possibile valutarne l’impatto.
Sul fronte della formazione, infine, pur riconoscendo gli sforzi del Governo per ampliare l’offerta e semplificarne l’accesso, resta il problema di una quota consistente di insegnanti che non ha ancora conseguito la specializzazione richiesta, elemento che continua a incidere sulla qualità dell’inclusione scolastica.
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