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CRONACA GIUDIZIARIA

Fan di Vasco Rossi aggredisce poliziotti a Torino durante un concerto: chiesta condanna di un anno

La donna è nota per la partecipazione a cortei degenerati e vicende giudiziarie legate al centro sociale Askatasuna

Fan di Vasco Rossi aggredisce poliziotti a Torino durante un concerto: chiesta condanna di un anno

Un anno di carcere per la 28enne e sei mesi di reclusione per i suoi due amici: sono queste le richieste di condanna avanzate dalla procura di Torino nei confronti di tre fan di Vasco Rossi, fermati durante il concerto dello scorso giugno allo stadio Grande Torino. I tre, un uomo di 38 anni e due donne di 28 e 36, sono accusati a vario titolo di resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento. Gli avvocati difensori, Claudio Novaro e Valentina Colletta, hanno chiesto l’assoluzione. La sentenza è attesa all’inizio del 2026. Secondo l’accusa, i tre avrebbero tentato di avvicinarsi al palco, pur possedendo biglietti per il settore prato, scavalcando le transenne che delimitavano l’area prato gold. Fermati dagli steward prima dell’inizio del concerto, avrebbero reagito con atteggiamento aggressivo, opponendo resistenza agli agenti e colpendoli con pugni, calci e morsi. Nei filmati mostrati in aula e nelle testimonianze degli agenti, emergono episodi di violenza e minacce. “Io e i colleghi abbiamo ricevuto calci, morsi e sputi - ha raccontato un ispettore di polizia - La più giovane imputata ha ribaltato la scrivania del nostro ufficio, insultandoci pesantemente e minacciando ritorsioni in piazza durante le manifestazioni”. La donna è nota per la partecipazione a cortei degenerati e vicende giudiziarie precedenti legate al centro sociale Askatasuna. Gli avvocati difensori hanno sostenuto che gli episodi siano stati frutto di tensioni e stress, e non atti intenzionali. “Divincolarsi da una presa non costituisce di per sé resistenza a pubblico ufficiale - ha spiegato Novaro - Chiedo l’assoluzione anche perché eventuali minacce rappresentano uno sfogo in una situazione complessa”. La procura, invece, ritiene che le immagini confermino i reati contestati.

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