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25 Settembre 2021 - 08:13
Gianduiotti e Lindor da oggi sono tutti un’unica grande famiglia. O per meglio dire da gennaio, quando diventerà esecutiva la fusione, annunciata ieri, tra Caffarel e Lindt. Un colosso del cioccolato per far fronte alla crisi che da tempo si era affacciata dalle parti di Luserna San Giovanni, sede dell’azienda fondata nel 1826 da Pier Paul Caffarel e diventata famosa nel mondo per aver inventato uno dei simboli di Torino: il gianduiotto.
Resta da capire cosa succederà ora a livello occupazionale, visto che in estate in Caffarel erano stati annunciati 90 esuberi. Il comunicato con cui Lindt & Sprüngli Group ha annunciato la fusione non aiuta a fare chiarezza. «L’operazione - si legge tra le altre cose - è finalizzata a costruire sinergie più forti tra le due organizzazioni, valorizzandole nell’ambito di una strategia aziendale e industriale unificata, preservandone i tratti distintivi unici e la forte dimensione locale».
Il marchio quindi non dovrebbe sparire mentre dovrebbe essere rafforzata «la collaborazione già esistente tra le due organizzazioni: alcuni processi saranno integrati per aumentare la cooperazione, altri rimarranno separati per garantire la qualità, il piano di innovazione e la spinta allo sviluppo di Caffarel e Lindt». In particolare «il nuovo allestimento faciliterà la condivisione di know-how, risorse e processi, con l’obiettivo di preservare l’eccellenza che caratterizza Lindt e Caffarel».
Poi il chiarimento che dovrebbe far tirare un primo sospiro di sollievo: «Il sito produttivo di Luserna San Giovanni continuerà a essere fondamentale per il Gruppo e rimarrà parte di un programma di investimenti che introduce nuove tecnologie e processi volti a valorizzare l’innovazione, preservandone i tratti distintivi di alta qualità e tradizione. La fusione è stata individuata come la soluzione più idonea a garantire la continuità dell’attività di Caffarel e un futuro più solido sull’occupazione, date le difficoltà economiche vissute da Caffarel Spa negli ultimi anni, anche alla luce della recente pandemia».
Rassicurazioni quindi sul futuro dello stabilimento ma numeri sulla tenuta occupazionale per ora non ce ne sono. Ai sindacati però il gruppo pare sporgere una mano: «Nei prossimi mesi, il Gruppo Lindt & Sprüngli continuerà a lavorare insieme a tutte le parti coinvolte per completare le procedure legali e definire i passi necessari per l’integrazione, cercando le soluzioni più adatte con le organizzazioni sindacali per supportare i dipendenti coinvolti nella transizione e mantenere gli ottimi rapporti con i partner commerciali».
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