I torinesi si riscoprono più poveri e i saldi oggi in partenza sono la cartina di tornasole della crisi. Secondo Confesercenti e Ascom infatti lo scontrino medio oscillerà tra i 100 e i 150 euro. «Si tratta di un calo rispetto ai 150-170 euro dello scorso anno - spiega Micaela Caudana, presidente di Fismo-Confesercenti, la federazione dei commercianti di abbigliamento -, d’altra parte, la voglia di acquisti è frenata dall’aumento dei prezzi e delle bollette che condiziona le famiglie».
«Basta saldi»
Sulle vetrine del centro già da tempo compaiono le scritte “sconti” e “promozioni” che per legge regionale non potrebbero essere fatti nei 30 giorni precedenti la partenza dei saldi. «Non è un caso che, per invogliare i consumatori, da almeno un mese sia dilagato il fenomeno dei cosiddetti “presaldi”, un numero crescente di noi ha anticipato sconti e promozioni per recuperare occasioni di vendita e liquidità; una pratica già presente in passato, ma non nelle dimensioni amplissime che ha assunto quest’anno - spiega la presidente di FismoConfesercenti -. Più in generale, sconti e promozioni si fanno ormai durante tutto l’anno, sia nei negozi, sia soprattutto sul web. Dunque, al di là delle contingenti difficoltà economiche, è il caso di chiedersi se il modello tradizionale dei saldi due volte all’anno possa ancora reggere. Se queste sono le condizioni in cui operiamo, aboliamo i saldi e lasciamo che il mercato si organizzi, tanto più che regole e restrizioni non limitano il web».
Secondo un sondaggio condotto in questi giorni dall’ufficio studi di Confesercenti, per il 49% dei consumatori il budget di spesa sarà pari a quello del 2021, per circa il 35% del campione sarà inferiore e solo il 14% prevede di spendere una cifra superiore; diminuisce anche la quota di tredicesima destinata ai saldi. Ciò nonostante, si riscontrano alcuni aspetti positivi: il 70% dei consumatori piemontesi è in attesa dei prossimi saldi estivi per acquistare articoli ai quali sta pensando da tempo. Oltre la metà di coloro che faranno acquisti utilizzerà i negozi di fiducia o comunque punti vendita fisici nonostante le offerte online si facciano sempre più aggressive. Per questo motivo molti negozi stanno aumentando la loro presenza sui social.
Sconti dal 30 al 50%
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Gli sconti saranno da subito alti: dal 30%, 40% al 50%. Buono l’assortimento, visto che le vendite della primavera-estate non sono state certamente brillanti. Tuttavia, prima la pandemia e poi il conflitto russo-ucraino hanno ridotto gli ordini e, di conseguenza, anche le rimanenze. Di qui la scelta di produrre sul consumato da parte delle industrie, col risultato che nei negozi si registrano oggi scaffali meno forniti. «M a i come quest’anno - sottolinea Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti - le previsioni sono difficili e prevale l’incertezza. Purtroppo, il settore dell’abbigliamento sconta la calma piatta che lo caratterizza dallo scorso febbraio». Secondo Ascom «continuerà la corsa del settore tecnologico». Degne di nota «le crescite delle vendite di elettrodo mestici al +10%. Si conferma invece il calo della telefonia, con -5%. Il comparto moda (abbigliamento, calzature e accessori, scontistica fra il 20 e il 40%) fa la parte del leone ma ormai quasi tutti i settori saldano, dall’arredamento casa (15-20%), alla profumeria (20-30%), al tessile (20- 25%)». «I problemi rimangono, al di là di tutte le concause negative si aggiunge un cambiamento epocale nei processi d’acquisto dei consumatori, che sempre più destinano il budget tradizionalmente dedicato al comparto del fashion verso nuove esperienze come lo sport, il benessere e i viaggi - evidenzia la presidente di Ascom, Maria Luisa Coppa -. Chiediamo al governo e alla politica di i nostri negozi di abbigliamento che patiscono la concorrenza con il web».
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