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Lavoro

Woolrich verso Torino, trasferimenti per 139 dipendenti: BasicNet al tavolo con i sindacati

Dopo l’acquisizione da 90 milioni, il gruppo torinese annuncia uno spostamento del personale: c'è la tutela, ma cresce la preoccupazione tra i lavoratori

Woolrich verso Torino, trasferimenti per 139 dipendenti: BasicNet al tavolo con i sindacati

A poche settimane dall’acquisizione di Woolrich Europe da parte del gruppo torinese BasicNet, arriva la notizia che ha acceso il confronto con i sindacati: 139 dipendenti (109 della sede di Bologna e 30 di quella di Milano) saranno trasferiti nel quartier generale di Torino entro marzo. A riportarlo è stato il Corriere di Bologna, secondo cui il mancato accettamento del trasferimento equivarrebbe a una dimissione, con conseguente perdita del diritto alla Naspi. Una situazione che i rappresentanti dei lavoratori definiscono «licenziamenti collettivi travestiti da trasferimenti». Il trasferimento riguarderebbe tutti i dipendenti di Woolrich Europe S.p.A. ad eccezione dei 90 addetti dei negozi. La società bolognese, che gestisce la distribuzione e il retail dello storico brand americano in Europa, conta complessivamente 229 lavoratori: 9 dirigenti, 22 quadri e 198 impiegati. La nuova proprietà ha comunicato la volontà di accentrare ogni attività nella sede torinese.

BasicNet, però, respinge l’allarme e precisa che non si tratta di una chiusura, bensì di una «scelta strategica per rilanciare il marchio», volta a creare sinergie e rafforzare il valore di Woolrich in Europa. «Le persone sono il cuore dell’azienda» - ha dichiarato Alessandro Boglione, CEO del gruppo - «e siamo felici di poter accogliere tutti i dipendenti nella grande famiglia BasicNet». L’azienda assicura che chi non potrà trasferirsi sarà comunque «accompagnato e tutelato», con soluzioni economiche adeguate, accesso alle tutele previdenziali previste dalla legge e tempi di transizione congrui, che verranno definiti insieme ai sindacati.

L’acquisizione di Woolrich Europe da parte del gruppo torinese - proprietario di marchi come Kappa, Robe di Kappa, K-Way, Superga, Sebago e Briko - si è chiusa a novembre. L’operazione, condotta con il fondo L-Gam, ha valutato la società circa 90 milioni di euro: 40 milioni versati subito, mentre i restanti 50 arriveranno tramite finanziamenti bancari e meccanismi di rifinanziamentoBasicNet ha annunciato contestualmente un piano per il rilancio del brand nel Vecchio Continente e l’obiettivo dichiarato è mantenere i posti di lavoro in Italia. Ora ai tavoli sindacali l'azienda e le rappresentanze dei lavoratori cercheranno un’intesa che consenta una transizione il meno traumatica possibile. «Speriamo di trovare soluzioni condivise in tempi brevi» - hanno ribadito Lorenzo e Alessandro Boglione - «per dare certezze e garantire che tutto avvenga nel rispetto di tutti».

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