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Il caso

Arancia meccanica in provincia di Torino: botte e vendette per la proposta indecente a un 17enne

Gravi ferite e una minicar distrutta nella faida. E uno dei protagonisti è noto in zona

Arancia meccanica in provincia di Torino: botte e vendette per la proposta indecente a un 17enne

Una minicar Ligier come quella danneggiata nella faida (foto dal sito Ligier)

Tutto è nato da un’offerta: mille euro in cambio di sesso con un 17enne. Che ha finto di accettare ma poi ha chiamato gli amici per far picchiare l’uomo che ci aveva “provato” con lui. Scatenando una rappresaglia con minacce e danni alla minicar Ligier del ragazzino.

Sembra il riassunto di una faida da film, con spedizioni punitive e vendette che ricordano Arancia Meccanica. Però le scene sono ambientate a Piossasco tra il 31 ottobre e il 1° novembre 2022, con protagonisti assolutamente reali: fra loro c’è anche anche un 30enne molto conosciuto nel Pinerolese, a lungo titolare di locali e discoteche. Che ora è finito a processo insieme agli altri sei “personaggi”.

Stando a quanto ricostruito dai carabinieri e dal pubblico ministero Giuseppe Drammis, è stato proprio il noto imprenditore a dare il via agli “scontri” con quell’offerta diretta al 17enne: «Sei caldo? Ho pronta una sorpresa» ha scritto via WhatsApp al ragazzino, aggiungendo poi la cifra “1.000” per mettere in chiaro quanto fosse disposto a spendere in cambio della sua compagnia. I due si sono poi dati appuntamento in un posto isolato a Piossasco, dov’è stato il 17enne a fare la sorpresa all’imprenditore: ha segnalato il punto in cui si trovava a tre amici più grandi, che si sono presentati e hanno pestato a sangue il 30enne. Lo hanno preso a botte e sprangate, mandandolo in ospedale con trauma facciale e frattura orbitale. E gli hanno pure preso il borsello con dentro 1.500 euro.

Alla spedizione punitiva dei giovanissimi pinerolesi è poi seguita la vendetta dell’imprenditore, che il giorno dopo se l’è presa con il 17enne: con due complici, ha fermato la minicar Ligier su cui stava viaggiando. L’hanno colpita con calci e pugni, fino a staccare una portiera. Poi hanno bloccato il ragazzo, gli hanno spaccato il cellulare, strappato una collana e minacciato di morte: «Ti porto in un campo, ti ammazzo di botte e ti brucio la macchina e la casa». Infine lo hanno costretto a salire con loro in auto e andare alla caserma dei carabinieri di Piossasco per raccontare loro una trama un po’ diversa da quella reale.
Quest’ultimo tentativo non è andato a buon fine, visto che entrambe le fazioni si sono ritrovate in tribunale (tranne il 17enne, giudicato come minorenne). Difesi dagli avvocati Luca Paparozzi, Tiziana Porcu, Giuseppina Migliore e Valentina Groppo, sono accusati a vario titolo di lesioni personali, rapina, sequestro di persona e danneggiamenti, cui si aggiunge il reato di prostituzione minorile per l’imprenditore. Martedì si è svolta l’udienza preliminare, poi rinviata al 6 maggio per trovare un accordo sul risarcimento.

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