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INTERVISTA ESCLUSIVA

«Io non ho ucciso Mara Favro. L’assassino vuole incastrarmi»

Luca Milione parla per la prima volta dopo la morte accertata della 51enne

«Io non ho ucciso Mara Favro. L’assassino vuole incastrarmi»

«Io non ho ucciso Mara Favro. L’assassino vuole incastrarmi»

I resti trovati nei boschi di Gravere, ossa e capelli, sono di Mara Favro. A un anno dalla sparizione della 51enne valsusina, il cerchio comincia a chiudersi. Quel che resta delle spoglie di Mara viene ritrovato nei pressi di un depuratore di acque. Ma ancora sono tante le zone d’ombra in questo caso. Abbiamo nuovamente intervistato Luca Milione (della pizzeria Don Ciccio di Chiomonte), l’uomo che da un anno è al centro delle cronache: indagato per omicidio e occultamento di cadavere. Luca si professa innocente e continua a farlo. E’ la prima intervista che rilascia dopo l’accertamento della morte della Favro e comincia con il porgere le condoglianze alla famiglia. Condoglianze che sa non verranno accettate. Milione si dichiara una vittima della faccenda ma nonostante tutto dichiara di credere ancora nella giustizia. Lancia un appello: «Chiedo all’assassino di Mara di venire allo scoperto».
Vi invitiamo a guardare il video integrale dell’intervista, si trova al fondo di questa intervista.

Mara Favro


Milione, parliamo del ritrovamento dei resti di Mara?
«Sono stati trovati dietro un depuratore dove non sono mai stato. Strano, le indagini mesi e mesi fa iniziarono proprio lì. Ma solo ora hanno trovato qualcosa. Inoltre, se è stata ammazzata nei dintorni del depuratore, possibile che in un anno nessun operatore se ne sia accorto?».
Pensa sia impossibile che nessuno sia intervenuto sul depuratore in un anno?
«E’ esattamente ciò che mi stranisce. Tra l’altro, dalle inquadrature televisive ho visto che questo depuratore ha sempre la luce accesa... ».
La prima volta in cui ci siamo incontrati lei diceva che non era convinto delle modalità con cui sono state svolte le indagini.
«E oggi penso sia ancora peggio. Un anno dopo viene alla luce il messaggio che Mara manda a un tale Carlo, suo ex datore di lavoro: a quell’uomo dice che non può più pulire a casa sua, in quanto lavorava da me, che si trova bene. Ore dopo la sua scomparsa, i messaggi dove invece dichiara che la trattiamo (in pizzeria) come una pezza da piedi. E come dice chiunque la conosce, quel messaggio non è stato scritto da lei. Messaggio che è stato reso alle cronache subito, quello a Carlo no. Chi ha fatto del male a Mara voleva colpire me, per depistare».
Perché lei sarebbe il bersaglio perfetto?
«Quella notte in cui lei torna qui a recuperare le chiavi e le sigarette poi si è allontanata. Chi è venuto a prenderla non è venuto qui davanti alla pizzeria, altrimenti sarebbe stato soggetto alle telecamere. E Mara è scesa per la strada, di notte, anziché farsi venire a prendere davanti al locale».
Pensa che tutto sia stato montato per incolpare lei?
«Si. Gli inquirenti non hanno controllato telefoni e tabulati di tutti coloro che hanno avuto a che fare con Mara negli ultimi giorni. Inoltre io sono stato in carcere e le persone sono piene di pregiudizi. Un sacco di stupidi hanno scritto che avevo messo Mara in forno: altri che l’avevo fatta a pezzi e smaltita nell’umido. Tutte str... per danneggiarmi».
Mara scompare la notte tra il 7 e l’8 marzo, ma le ricerche cominciano a maggio.
«E il 10 marzo l’ex maresciallo di Chiomonte viene a sentirmi come informato sui fatti. Lo pregai di prendere le registrazioni delle telecamere, io sono pregiudicato. Non le presero. Quella notte, la notte in cui scompare Mara, alle 3 e mezza i carabinieri vennero a controllarmi come spesso fanno (Milione ha una misura cautelare che lo vede obbligato a non uscire di casa dopo le 22, lui vive al piano sopra la pizzeria, dove vi sono appartamenti, ndr)».
Oltre a lei, un altro indagato, Cosimo Esposto, all’epoca pizzaiolo. E’ lui che porta via Mara dopo il lavoro: dichiara di averla lasciata davanti all’Excalibur, locale a Susa, 6 km dalla pizzeria. A bordo della famosa Punto rossa.
«E’ sparito per evitarmi. Con le sue dichiarazioni inesatte ha creato caos per me e per lui. Tutto per non dire subito che era lui al posto di guida. (Il pizzaiolo dapprima dichiarava fosse Favro alla guida, in quanto lui non ha la patente, ndr).
Tra le cose che non tornano, la testimonianza di chi dice di averla vista in autogrill il 22 aprile 2024.
«Sì, un mio cliente, io stesso sono stato dai carabinieri quando mi ha contattato e ho segnalato la cosa. Forse si è sbagliato, non so».
Alla fiaccolata per Mara c’erano mille persone.
«Mille??».
Questo è ciò che riportano i giornali. Quando mi ha parlato di Mara la prima volta ha descritto una persona molto sola.
«Confermo. Sua figlia era affidata in esclusiva al marito. Alcune cose sono state rese note, altre no, a questo punto dovrebbe uscire fuori tutto. Anche i parenti, l’ex compagno, chiunque dovrebbe essere indagato come lo sono stato io, passare cosa ho passato, il vaso di Pandora va aperto, va detto tutto, anche ciò che tv e giornali non riportano per intero».
In tv spesso si vede il fratello, Fabrizio.
«Che quando è scomparsa la sorella non ha nemmeno pubblicato una foto, un post su Facebook, sui social non erano nemmeno amici tra l’altro. Mi ha portato le telecamere dentro il locale, io sono sempre stato qui, ho cercato di aiutare tutti nelle indagini, mai mi sono tirato indietro con nessuno».
E poi cos’è successo?
«Poi la storia di Letizia, cameriera che mi denuncia, per violenza e estorsione. Nemmeno 24 ore dopo denuncia ritirata. Ma nel frattempo è stata venduta alla famiglia di Mara: i legali dei Favro hanno convinto Letizia a ritirarla, se era in atto non potevano mandarla ai giornali. Grazie a quel fatto, il capo d’imputazione nel caso Favro passa da omicidio a omicidio e occultamento di cadavere. Quando andremo a processo, con Letizia, la verità salterà a galla».
L’ultimo anno dei parenti di Mara Favro sarà stato deleterio. Parliamo del suo?
«La gente mi vede come un assassino, un anno deleterio, vuoto, locale vuoto, giornalisti e telecamere».
E le persone vicine a lei?
«Chi mi conosce veramente mi è vicino. Alcuni che credevo amici sono spariti. Me lo aspettavo».
Sente di essere stato dipinto come un mostro?
«Sì. Mi consuma sapere delle mie figlie leggere i giornali con i titoli. Io ho solo paura di perdere il locale, dopo aver perso la mia famiglia. Mara, pace all’anima sua, aveva una doppia vita, presente su siti di escort, motivo per cui non era in rapporti con familiari. Nessuno ne parla, per la figlia. E alle mie figlie chi ci pensa?».
Cosa vorrebbe dire alle sue figlie che una volta cresciute potrebbero non aver la possibilità di parlare con il papà?
(Milione ha le lacrime agli occhi). «Spero che la faccenda si chiuda con me in vita e che io possa spiegare loro che non sono un assassino. Amo le mie figlie, per loro darei la vita. Le mie figlie sono l’aria che respiro».

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