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Una normalità da difendere

Mario Draghi (foto Depositphotos)

Mario Draghi (foto Depositphotos)

E alla fine ci siamo arrivati, anzi ritornati, alla zona gialla. Nonostante i tentativi di normalizzare una situazione che normale non è, nonostante una campagna vaccinale imponente, nonostante una narrazione con appello alle responsabilità individuali - che sono gravi e importanti, non è retorica: siamo una società, non individui isolati - certo più pregnante degli striscioni e delle canzoni sui balconi del primo lockdown. Oggi il governo licenzierà il decreto con le nuove misure da adottare: «Faremo tutto il necessario per difendere quel poco di normalità che abbiamo raggiunto» è la rassicurazione, ripetuta più volte, del premier Mario Draghi. Il quale pare per niente intenzionato a varare un altro lockdown, neppure limitato ai soli non vaccinati. Piuttosto, Green Pass ridotto di validità e la dose booster anticipata ulteriormente - le Regioni, senza gli hub dei privati, riusciranno a reggere il ritmo? - e ritorno allo smart working, che un certo ministro aveva frettolosamente accantonato in nome del “Pil della pausa pranzo”. Ma soprattutto, vaccini, vaccini e ancora vaccini: per Draghi sono stati, e saranno, essenziali, al di là di ciò che comporterà il dilagare della variante Omicron. Essenziali anche per il rilancio dell’economia . Ecco allora l’allargamento dell’obbligo vaccinale, della serie meglio tardi che mai. Ma queste sono indicazioni di massima, su cui in tanti in questi giorni hanno fatto speculazioni anche fuori luogo. La strategia vera la conosceremo soltanto oggi, confidando che davvero si basi sulla rassicurazione di Draghi stesso, ossia che le decisioni si prendono «sui dati, solo sui dati».

andrea.monticone@cronacaqui.it
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