Le sanzioni contro la Russia funzionano. E la prova sta nelle minacce di Putin che evidentemente le soffre, anche per le reazioni che stanno scuotendo il suo paese. Minacce prima contro gli Stati Uniti e l’Unione Europea e ieri, con inaspettata brutalità, contro l’Italia. La contromossa a questa guerra economica e finanziaria che si sovrappone a quella militare contro l’Ucraina. Per quanto ci riguarda Putin rimprovera al premier Draghi e al ministro della Difesa Lorenzo Guerini (che chiama “falco anti-russo”) di aver sposato le politiche francesi e la strategia dell’Ue anche con l’approvazione di forti spese militari. Dalle parole del suo portavoce della Difesa - «fermatevi o le conseguenze saranno irreversibili» - traspare tuttavia un sintomo di debolezza che per osservatori più attenti ricade nel mare magnum dell’ostracismo contro la Russia che sta precipitando il paese verso il default. Segno che il bombardamento economico e finanziario può fare male soprattutto su mercati come quelli di oggi che non hanno confini e si basano su alleanze globalizzate. La Farnesina dal canto suo respinge con fermezza le dichiarazioni minacciose dei russi e invita Mosca «ad agire per la cessazione immediata dell’illegale e brutale aggressione nei confronti dell’Ucraina». Dunque l’Italia tiene la schiena dritta e non si fa intimidire confermando quel cambio di passo impresso da Mario Draghi spostando l’asse del Paese là dove era sempre stato negli ultimi 75 anni, ossia nell’Alleanza atlantica e in un’adesione senza ambiguità al blocco delle democrazie liberali. Gli ammiccamenti verso la Russia e i suoi mercati della prima parte di questa legislatura sono alle spalle e il premier è sostenuto da buona parte della maggioranza. Dalla guerra delle parole a quella delle stragi. Ieri, per la prima volta in un conflitto, Putin ha ordinato l’uso di un missile ipersonico Kinzhal a lunga gittata che ha distrutto un deposito di munizioni aprendo un nuovo capitolo in questa tragedia. Il segno che l’asticella si alza sempre di più viaggiando verso quella zona rossa rappresentata dall’uso delle armi non convenzionali. O peggio quelle chimiche e nucleari. Per questo c’è allarme verso questo bullismo militare anche per l’avvistamento nel mediterraneo di un sommergibile classe Akula (squalo) di oltre 110 metri di lunghezza che potrebbe essere armato con testate atomiche. E anche di due incrociatori classe “Slava” concepiti come “killer di portaerei”. Con l’esercito impantanato nel fango e nella neve dell’Ucraina, con le battaglie casa per casa e con perdite definite “inaspettate” di uomini e anche di comandanti esperti, Putin sembra scivolare sempre di più verso atti che la storia ha già ascritto ai peggiori criminali di guerra. L’unica soluzione sta in una pace negoziata come ha chiesto il presidente ucraino Zelensky invitando lo zar a sedersi attorno ad un tavolo di trattativa.
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