Putin stacca l'elettricità alla Finlandia, “colpevole” di voler aderire alla Nato. Da Helsinki fanno sapere che, in realtà, l’energia russa copre appena il 10% del fabbisogno nazionale e può essere tranquillamente sostituita da altri fornitori e con la produzione nazionale. Ma più che il taglio dei fili, ciò che fa paura è la minaccia della Russia allo stato confinante. Una minaccia ancora una volta a suon di missili e spettri nucleare. Secondo quanto riportano alcuni tabloid britannici, il vicepresidente della commissione Difesa della Duma, Aleksey Zhuravlyov, avrebbe detto testualmente: «Se la Finlandia aderisse alla Nato rafforzeremmo in maniera massiccia la nostra presenza militare sul fianco occidentale e al confine piazzeremmo missili Kinzhal che possono raggiungere il territorio finlandese in 20 o persino 10 secondi». Zhuravlyov ha anche rilanciato le minacce a Londra: «Con i missili Sarmat dalla Siberia colpiremmo il Regno Unito in 200 secondi». Tutto questo nonostante il presidente della Finlandia, Sauli Niisto abbia chiamato Vladimir Putin, per una possibile distensione. Putin ha detto che abbandonare la politica della neutralità sarebbe un «errore» per la Finlandia, aggiungendo che sì l’ingresso nella Nato potrà «influenzare negativamente le relazioni con la Russia», ma «non esistono minacce alla sicurezza di Helsinki». E prosegue anche il braccio di ferro con la Turchia, che si oppone all’ingresso della Nato considerando i paesi nordici «covi di terroristi», ossia di attivisti del Pkk. E anche se dal vertice informale Nato a Berlino le diplomazie hanno mostrato fiducia nel superamento di questi scogli, la questione sta diventando sempre più scottante. Putin si sentirà accerchiato? Anche in patria, magari? Sì, perché stando a fonti dell’intelligence ucraina, il fallimento della cosiddetta «operazione speciale» e l’indebolimento dell’economia a causa delle sanzioni potrebbero costare cari allo Zar. In una intervista a SkyNews.uk, il generale Kyrylo Budanov, capo dell'intelligence militare ucraina, ha detto che Putin è in «condizioni psicologiche e fisiche pessime ed è gravemente malato». E parlando della guerra, di una «svolta» ad agosto e un termine entro dicembre, il generale ha affermato che «rinnoveremo il potere ucraino in tutti i territori persi, compresi il Donbass e la Crimea» e ci sarà «il cambio di leadership della Federazione Russa. Questo processo è già stato avviato e si stanno muovendo in quella direzione», ha dichiarato. E alla domanda se un colpo di stato fosse già in corso ha risposto: «Sì. Si stanno muovendo in questo modo ed è impossibile fermarlo». Impossibile verificare quanto di vero possa esserci, ché i militari dell’intelligence sono gli stessi in tutto il mondo, poco cambia che siano aggressori o aggrediti. Per l’Europa più importante è continuare a guardare a nord, alla Finlandia, per comprendere se l’irrobustimento della Nato sarà il deterrente finale contro Putin oppure se avvierà una drammatica escalation.
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