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I RUMORS DELLA FINANZA
14 Maggio 2023 - 07:00
Una Juventus senza gli Agnelli, sia pure con cognome Elkann? Inimmaginabile. Ma un nuovo socio, per il momento di minoranza? Ecco, questo sembra decisamente possibile. I rumors su un nuovo possibile assetto societario bianconero non sono certo una novità di questi giorni. Ma non è possibile ignorare una certa “insistenza” nel rilanciarli, con dettagli sempre meno fumosi. L’altro giorno è toccato all’agenzia di stampa Reuters, da Londra, farlo, con la notizia che gira nella City: da parte della proprietà, ci sarebbe una «maggiore disponibilità ad ascoltare» offerte sul futuro della Juventus. «La Vecchia Signora - sottolinea la Reuters - sta affrontando problemi fuori dal campo e costi vertiginosi» e anche per questo i rappresentanti degli Agnelli sono stati «più aperti nelle ultime settimane ad ascoltare idee sul suo futuro finanziario» compresa «anche la possibilità di un partner di minoranza», come avrebbero confermato ben cinque differenti fonti alla prestigiosa agenzia stampa. Le stesse fonti che hanno poi sottolineato che comunque non sarebbe nulla che implichi «un imminente cambio di posizione», sottolineando che «ogni possibile decisione arriverà solo quando ci sarà chiarezza sulle nubi contabili e giudiziarie che incombono sul club».
Gli Agnelli-Elkann, che guidano la Juventus da quasi un secolo - situazione praticamente unica nel mondo iper globalizzato del calcio moderno -, possiedono il 64% attraverso Exor, la holding gestita da John Elkann che distribuisce dividendi tramite la sua casa madre a diverse decine di membri della famiglia. Exor, però, non risponde dei guadagni o delle perdite da ripianare solo a se stessa, ma anche alla galassia Stellantis, in cui siedono azionisti di gran peso, non ultimo lo Stato francese. E alla Exor è anche stato chiesto un commento a queste indiscrezioni: «Il nostro impegno nei confronti della Juventus è invariato e non ci sono stati incontri», ha detto un portavoce alla Reuters. «Qualsiasi suggerimento contrario è totalmente privo di fondamento, fuorviante e inteso solo a creare incertezza».
La Juventus ha incassato 700 milioni di euro (771 milioni di dollari) in contanti dagli azionisti negli ultimi quattro anni, circa due terzi dei quali provengono da Exor. Nonostante l'esborso, la Juventus non è riuscita a sfatare la maledizione della Champions League e «tre delle fonti hanno affermato che sono necessari investimenti più significativi per rendere il club competitivo a livello europeo, ampliando al contempo la sua portata commerciale globale». Elkann ha precedentemente negato che la Juventus, che ha registrato l'ultimo utile netto nel 2016-2017 ma ha perso più di 600 milioni di euro negli anni successivi, possa aver bisogno di più liquidità. Tuttavia, il club ha previsto un altro anno di perdite e ha 180 milioni di euro di debito in scadenza entro la fine di giugno del prossimo anno. Bisogna anche considerare la spada di Damocle della penalizzazione - dopo che è stata tolta la precedente di quindici punti - che potrebbe nuovamente arrivare dalla giustizia sportiva, che significherebbe una cosa soltanto: niente Champions League. Brutta notizia per i tifosi, bruttissima per le casse. Per tacere delle conseguenze del processo penale in corso... Già nel momento della precedente bufera, con le dimissioni di Andrea Agnelli e l’intero Cda, ma pure più addietro, dalle parti della Continassa si è chiarito che non vi sarebbe stato, nel medio periodo, nessun nuovo aumento di capitale, operazione che sarebbe stata naturale per l’ingresso di nuovi soci.
Ecco, i nuovi soci. Se il mondo finanziario tace su quali sarebbero i soggetti potenzialmente interessati, qualche rumor indica di dare un’occhiata dalle parti degli Emirati Arabi Uniti. Il fondo pensionistico emiratino, che ha sede ad Abu Dhabi difatti, è già da tempo tra gli azionisti bianconeri con oltre 28mila azioni. E da quelle parti ha interessi non di poco conto la Ferrari, che è “di famiglia”. Inoltre, il ministro degli Esteri degli Emirati, lo sceicco Abdallah Bin Zayed Al Nahyan Abdallah, di Abu Dhabi non a caso, è notoriamente un tifoso juventino, come è stato dimostrato anche nei mesi scorsi, quando ha ricevuto una maglia bianconera in regalo dal nostro ministro Tajani in missione con il governo. Abu Dhabi potrebbe tentare di aumentare il suo peso nel calcio europeo? Gli Emirati, con la compagnia di bandiera Emirates - che ha però sede nella “rivale” Dubai - già sponsorizzano il Milan, il Real Madrid e altre squadre e hanno un rapporto economico ancor più profondo con l’Arsenal, senza dimenticare che sono di Dubai i denari che alimentano il fondo finanziario proprietario dell’impero Manchester City.
La domanda che ci si pone - non solo tra tifosi - è se John Elkann, assieme all’ipotesi del “delisting”, ossia rimuovere la Juventus dalla Borsa, potrebbe cedere parte della proprietà, pur mantenendone il controllo, ad altri soggetti, magari già presenti in società. Domanda quasi blasfema, non troppo tempo fa. Ma se adesso, anche una persona come Evelina Christillin, rispondendo a una domanda, dice «Se arriverà un’offerta, John la valuterà», significa che l’argomento non è tabù.
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