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Il Borghese
06 Maggio 2025 - 05:50
Cinque mesi fa, su queste pagine, ai nostri cronisti, il prefetto Donato Cafagna dichiarava testualmente: «I militari in questi mesi hanno dimostrato la loro utilità, anche se non viene colta da tutti. Io credo che stiano dando un contributo importante». Oggi, a distanza di tempo, che bilancio facciamo di questa soluzione invocata a lungo dagli stessi residenti e di questo esperimento da estendere ad altre zone della città?
Dovremmo forse ammettere che il piano non ha funzionato? Dovremmo allora chiedere le dimissioni, anche solo simboliche, del prefetto, del questore e via dicendo? Loro, inutile nasconderlo, hanno certo altro tipo di responsabilità - magari nella gestione delle piazze -, però non è rimpiazzando i funzionari dello Stato che si risolve questo problema. La cosa più sensata detta dal prefetto, a suo tempo, era questa: «A fronte di un maggiore controllo, i fenomeni criminali si spostano». I blitz, quindi, invece di fermare il problema lo spostano: di qualche metro, in una via più buia magari, in un altro parco o giardinetto. Anche solo in altri orari.
E non sono le parole in consiglio comunale o nelle omelie in parrocchia che possono fermare le lame. Purtroppo lo abbiamo capito.
Resta una soluzione: poiché a Torino la sanzione più applicata per le irregolarità legate ai monopattini è quella dell’uso senza casco, e dal momento che tra Barriera e Aurora molti pusher si spostano in monopattino, colpiamoli così. Se è impossibile arrestarli, o fermare in quanto sospetti individui che si sa avere partecipato a una rissa sfociata in omicidio, multiamoli: per mancato uso del casco, per bighellonaggio, per occupazione di suolo pubblico, l’accidenti che si vuole. Con pagamento immediato. Per multare, una pattuglia o una telecamera nuova si trova sempre...
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