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Il Borghese
09 Luglio 2025 - 06:30
E alla fine i vecchi diesel potranno continuare a circolare, almeno per un altro anno. Sì perché la misura che li inserisce tra i veicoli “proibiti” durante gli stop per cause ambientali ha spostato tutto al 2026. Problema risolto? No, spostato. Intanto, però, sono salve un milione 300mila auto in Italia, auto ancora relativamente giovani.
Perché uno dei temi su cui molto si dibatte, non solo in Italia, è il numero di veicoli anziani in circolazione: per esempio, a Torino le statistiche fissano a 12 anni l’età media dei veicoli. Si spera al netto delle auto d’epoca, per le quali valgono regole speciali, anche nella circolazione... Il fatto è che a dodici anni un’auto non è necessariamente vecchia.
Anzi, sarebbe auspicabile che una vettura di qualità fosse fatta per durare anche vent’anni. O per caso l’Europa vuole introdurre l’obsolescenza programmata che già ci affligge per tutta una serie di elettrodomestici e strumenti elettronici? In attesa di qualche alzata d’ingegno - e sempre ricordando che gli stop ai diesel non sono stati creati dall’Europa, ma è una misura nostrana, in particolare del Nord - torna a muoversi una parte della lobby del Green Deal, con Transport & Environment, ossia una organizzazione indipendente che opera per la decarbonizzazione dei trasporti. La quale, in una nuova relazione, ha spiegato che se la UE rinviasse lo stop ai motori endotermici, previsto nel 2035, perderemmo almeno un milione di posti di lavoro e svariati miliardi fra investimenti e Pil: 90 miliardi di euro è la somma. A occhio croce, il fatturato perso dai produttori europei (e dei posti di lavoro) per il flop elettrico è maggiore...
Comunqe, la si butta sul “ricatto” dei posti di lavoro. Come se la corsa all’elettrificazione - mal pianificata, mal supportata finché si vuole - non avesse già lasciato dietro di sé morti e feriti...
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