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16 Giugno 2022 - 08:41
È in tour per l’Italia Barbara Baraldi, scrittrice e autrice di Dylan Dog, una maniera per «festeggiare insieme il fatto che nonostante questi anni difficili siamo ancora qui, a leggere e a meravigliarci». E per presentare il nuovo thriller, “Cambiare le ossa” (Giunti, 16,90 euro), «per parlarvi dell’importanza che questa storia ha avuto per me, di Aurora Scalviati». Aurora Scalviati, l’alter ego di Barbara, la poliziotta profiler dalla vita e l’anima piene di ombre e di sofferenze, che torna nella sua Torino, dopo un periodo di punizione nella bassa Emiliana (di cui Barbara è originaria) perché c’è un caso in cui serve la sua competenza, ma soprattutto servono i suoi fantasmi: il Mostro, quell’assassino contro cui suo padre si è sporcato le mani, di cui abbiamo appreso nei libri precedenti.
Era il 1988 quando un serial killer iniziò a terrorizzare Torino: Tito Ferretti, che di anni ne aveva solo quattro, dal sedile posteriore di un’auto aveva assistito al massacro di sua madre e del suo amante - c’è una profonda eco del primo caso in cui comparve la pistola del Mostro di Firenze e, per inciso, del romanzo che su questo caso aveva gettato una luce alternativa, “I passi dell’orco” di Mario Spezi - e oggi, a tre decenni di distanza, Tito è stato ucciso brutalmente, massacrato con un antico arnese da macellaio, uno spaccaossa. È la terza vittima di questo nuovo killer, ma la particolarità è che, poco prima di morire, aveva rivelato agli autori di un podcast “true crime” di non aver rivelato tutto.
Aurora Scalviati, richiamata in questura dal commissario Damiano Provera, inseguita dal risentimento dei colleghi, dal fantasma di una sparatoria nell’ex mattatoio che le ha lasciato una scheggia di proiettile nel cranio, deve calarsi in questo nuovo incubo. E la sua capacità di vedere ciò che gli altri non vedono si rivelerà di nuovo: sulle ossa delle vittime, visibile sotto le carni lacerate, appaiono segni che nessuna arma può lasciare, veri e propri marchi.
Aurora è una investigatrice complessa, dotata di una mente prodigiosa i cui segreti ha rivelato a un uomo solo, un assassino che a lei si è consegnato in cambio di queste confidenze, un assassino che le appare magari nel soggiorno di casa, a parlarle ancora, anche se è morto. Ma l’incubo non è solo quello della spaccaossa: come nei peggiori sogni, immagini e mostri si sovrappongono e rimpiazzano. Così, al mistero si aggiunge quello della sparizione di una ragazzina di dodici anni, Giorgia.
È un thriller claustrofobico e attraente, con Barbara che padroneggia abilmente i meccanismi della tensione, tenendo insieme i fili di una doppia trama che dà uno spessore ben diverso da quelli di troppi noir di moda. E Barbara Baraldi non risparmia niente alla sua alter ego, nessuna difficoltà, nessuna sofferenza, non fa alcuna concessione, in un percorso che la porterà a un cambiamento certo vagheggiato, ma non così…
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