l'editoriale
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21 Luglio 2022 - 08:20
In Matrix, Neo aveva di fronte a sé la scelta fra le due pillole: una l’avrebbe liberato e l’altra l’avrebbe lasciato nell’illusione informatica, ma il concetto base è che per la prima volta avrebbe visto. Avrebbe visto la tana del Bianconiglio e il mondo dietro lo specchio, avrebbe visto l’abisso. Quando, su un qualunque social o su un sito Internet un video è introdotto dalla dicitura «contenuti disturbanti», oppure «vuoi vederlo?» è come se qualcuno ci mettesse davanti la pillola rossa e quella blu. Indietro non si torna.
E così a Kayleigh viene posta sempre la stessa domanda: «Cosa hai visto?». Glielo chiede la gente comune, glielo chiedono gli amici, glielo chiede il signor Stitic, l’avvocato che porta avanti la causa di lavoro contro la Hexa (non vi suona un po’ come Meta, ossia quella di Facebook e WhatsApp?), ossia la grande società presso cui lavorava come moderatrice di contenuti web.
«Ho visto la diretta di una ragazza che si infilava un coltellino per nulla affilato nel braccio, ha dovuto spingerlo a fondo prima di veder affiorare una goccia di sangue - racconta la ragazza -. Ho visto un uomo che prendeva a calci il suo pastore tedesco così forte da farlo sbattere contro il frigorifero tra i guaiti. Ho visto bambini sfidarsi a ingoiare una dose spropositata di cannella. Ho visto gente decantare le qualità di Hitler con vicini, colleghi e lontani conoscenti, così, senza troppi problemi, a uso e consumo di potenziali partner e datori di lavoro: “Hitler avrebbe dovuto completare l’opera” sotto alla foto di due migranti su una barca». Tutte cose che vediamo costantemente, no? Infatti: «Non è questo che gli altri vogliono sentire. Vogliono che descriva qualcosa di nuovo, cose che loro non oserebbero guardare». L’abisso al di là dei contenuti moderati.
“Questo post è stato rimosso” (Mondadori, 17,50 euro, traduzione di Francesco Panzeri) dell’olandese Hanna Bervoets è il viaggio di Kayleigh e dei suoi colleghi all’interno di questo mondo, un lavoro che li spinge a una solidarietà da trincea prima, all’alienazione dopo. Capita che i moderatori, infatti, comincino a sposare le tesi complottiste che dovrebbero contenere, o che siano assuefatti alle cose più turpi, come un uomo che gioca con due gattini morti, che non viola le linee guida perché mica si vede quando li ha ammazzati. E con loro si schiera anche Sigrid, una collega più anziana «soprattutto sembrava molto cool con la sua giacca di pelle attillata» con cui allaccia una relazione. Ma Kayleigh, che si sottrae al carico del testimone, è stata appunto solo spettatore o l’abisso guardandole dentro l’ha trasformata?
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