«Sì, possiamo dire che ci aspetta molto lavoro, con il prossimo governo» è la battuta amara, ma realistica, dell’avvocato Emiliano Giovine, cofondatore e membro del direttivo di ResQ People SavingPeople, intervenuto martedì sera, nelle sale di Binaria a Torino, alla presentazione del thriller “I Teschi di Malta” (Buendia Books) del giornalista Andrea Monticone. Una battuta che chiama in causa direttamente le politiche, non solo italiane, sul fronte del soccorso e dell’accoglienza dei migranti in quella che Andrea Monticone definisce «la guerra dimenticata nel Mediterraneo».
La presentazione del romanzo, un thriller ambientato tra Malta e l’Afghanistan, con al centro il mistero della scomparsa di una blogger e attivista italo-inglese, Elizabeth Mancini, è stata l’occasione per parlare della cosiddetta «zona grigia, zona d’ombra» che ancora oggi Malta rappresenta: il blocco degli sbarchi, le richieste di soccorso ignorate pure nella sua area di competenza Sar – «un’area dove agiscono le motovedette libiche e che arriva fino a Lampedusa» - e una serie di influenze economiche che fanno della piccola isola una sorta di «nuova Casablanca del Mediterraneo» per usare le parole di Andrea Monticone, con il “commercio” di passaporti comunitari, le condizioni fiscali di favore offerte a società britanniche, libiche, a capitalisti russi e ora anche trust cinesi.
«Tempo fa – ha spiegato l’avvocato Giovine – ho avuto la ventura di occuparmi, dal punto di vista giudiziario, del caso di una nave “lasciata a morire” come era stata definita: giorni e giorni alla deriva, con altre imbarcazioni a incrociare in quei tratti di mare, elicotteri a sorvolarla, ma senza che nessuno intervenisse». Storie reali che si incrociano in maniera persino sorprendente con l’opera di narrativa che Monticone ha creato all’interno di uno scenario geopolitico assolutamente credibile, con il reduce dell’Afghanistan Fabrizio Valori, pilota di elicotteri e marito della blogger scomparsa, impegnato in una battaglia tra politici corrotti, servizi segreti troppo interessati al traffico di esseri umani e un misterioso finanziere detto «La Spada», vicino all’Isis e animato da una feroce sete di vendetta.
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«Alle volte, una spy story – come ci insegnano dal passato Le Carrè e quel maestro nerissimo e scorrettissimo di De Villers – spiega le dinamiche geopolitiche e gli scenari invisibili del mondo reale meglio di qualunque saggio. E dalle guerre dimenticate, quella del Mediterraneo ma anche quella in Afghanistan, riceviamo strumenti per comprendere quella in cui oggi siamo tutti coinvolti».
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