Fumantino, spesso sopra le righe, ma sempre fedele alla sua sindaca. Così in questi quattro anni di governo CinqueStelle si è mostrato il consigliere Fabio Versaci. Proprio lui, che fu il primo presidente del consiglio dell’era Appendino, ieri non si è presentato nella Sala Rossa virtuale. Un’assenza che non è passata inosservata specie dopo aver letto quelle parole così amare affidate a un post Facebook, dove Versaci lascia intendere di essere prossimo a lasciare la maggioranza di Appendino, costretta a stringere i denti fino all’autunno. Poco male, dal momento che ci pensano Osvaldo Napoli (Cambiamo!,) e Francesca Parlacino (Lega) a garantirle il numero legale. Come è successo ieri in aula. «Sto faticando a sostenere una sindaca che non si confronta più con la sua maggioranza - lamenta Versaci -. Mi permetto di chiederle di essere trasparente e dirci come vuole costruire questa convergenza con un Pd locale che le sbatte sempre la porta in faccia. Oppure spera che i vertici romani di Pd e M5s ci impongano un alleanza? Procedere in questa situazione è diventato impossibile». Sull’alleanza con i dem insomma, si è rotto l’idillio. Non una reazione scomposta dettata dalla rabbia quella di Versaci, ma un passo ponderato che lui stesso ammette di aver compiuto in seguito a una lunga riflessione personale. Dopotutto il suo rapporto con Appendino non è lo stesso di quelli che, prima di lui, lasciarono i banchi della maggioranza. L’unico momento di vera tensione con la sindaca si registrò nel 2019, dopo la cacciata dell’allora vicesindaco Guido Montanari. In ogni caso, è difficile immaginare che Versaci possa passare al Gruppo Misto. Dimettendosi, la maggioranza della sindaca resterebbe integra, pur senza uno dei suoi più tenaci sostenitori. In attesa di sapere come finirà, ci pensa Francesco Sicari, attuale presidente della Sala Rossa, a ergersi in difesa di Appendino. «La sindaca esprime la sua opinione, ed è giustamente libera di farlo - risponde indirettamente a Versaci -. Negli ultimi cinque anni tutti si sono permessi di esprimere opinioni, senza confrontarsi. Vale per la sindaca, vale per la giunta, vale per i consiglieri. Quelle che stanno emergendo sono due opinioni decisamente agli antipodi, che verranno ulteriormente discusse con gli attivisti»
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