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27 Febbraio 2023 - 08:03
Grande rimonta di Elly Schlein sull’avversario Stefano Bonaccini. È lei la vincitrice delle primarie del Partito democratico. Le urne si sono chiuse alle 20 di ieri sera e lo spoglio è andato avanti fino a notte. La Schlein si era già accaparrata tutte le grandi città d’Italia. Da Milano e Roma, passando per Torino, dove la deputata ha raccolto il 63% dei consensi, contro il 37% del governatore dell’Emilia Romagna. Bonaccini si è congratulato con lei quando lo spoglio non era ancora neppure ultimato. «In bocca al lupo» commenta sportivo, quando oramai il vantaggio della giovane deputata appare incolmabile con il 53,8% dei voti. Poco più tardi aggiunge: «Da domani tutti dobbiamo dare una mano per il rilancio del Pd. Sentiamo la responsabilità di metterci a disposizione. Diamo una mano a Schlein».
«Non sono numeri ufficiali» si continuava a ripetere come un mantra nei comitati a sostegno del governatore dell’Emilia, a poche ore dalla chiusura dei seggi. Quasi a voler scacciare via il pensiero che, il candidato premiato con il 53% dei consenti dal voto dei circoli del Pd, potesse poi soccombere sotto il volere popolare. E invece le urne sono state conquistate dalla paladina dei diritti. Sulla rimonta di Schlein ha influito l’affluenza ai gazebo, anche questa superiore alle aspettative. A livello nazionale ha votato oltre un milione di persone. Secondo i risultati ufficiosi si contano circa un milione e trecento mila elettori (contro il milione e seicento mila delle ultime primarie). Anche a Torino - nonostante il brutto tempo - il dato dell’affluenza è apparso incoraggiante. Alle 14 avevano già espresso la loro preferenza in 17.272, tra capoluogo e provincia. Piccole code al seggio di via Ormea e in centro. «Ho dato il mio voto convintamente a Stefano Bonaccini» ha commentato il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, in lista con il presidente dell’Emilia Romagna. A livello piemontese hanno votato in 57.206: 38.408 (67,14%) per Schlein e 18.502 (32,34%) per Bonaccini.
Quando i risultati non sono ancora ufficiali, tra le fila dei dem parte l’analisi del voto. In particolare, la grande disparità di risultato tra il voto dei circoli - vale a dire del Partito in senso stretto - contro l’espressione popolare si presta a numerose riflessioni. Se c’è chi vede nella sconfitta di Bonaccini la pietra tombale delle politiche di governo del Pd degli ultimi dieci anni, c’è anche chi sottolinea come Schlein abbia alle spalle una larga fetta di establishment che la sostiene. Da Francescini a Orlando, passando da Bersani.
Guardando al voto locale, Schlein raccoglie 209 voti a Chivasso su 386 schede; a Mappano 51 su 80; a Collegno porta a casa 110 voti contro i 74 di Bonaccini; a Chieri 403 contro 210. E ancora, a Venaria 263 croci per la deputata e solo 135 per il suo avversario. Ma è nei seggi torinesi che il distacco appare più evidente. In via Millio si contano 317 schede per Schlein, contro le 149 per Bonaccini. In via Dina, 198 contro 84. In piazza Umbria la partita si è chiusa 212 a 62. Ed è con questi - e molti altri - numeri in tasca che Elly Schlein ha fatto il suo ingresso ieri sera, intorno alle 21, al comitato elettorale. Jeans, parka d’ordinanza e sorriso smagliante per quella che sarà la nuova segretaria del Pd. La prima frase: «Ce la vedremo con la Meloni».
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