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30 Maggio 2021 - 08:30
L’Italia è pronta a scommettere sull’economia verde. Una recente ricerca, denominata GreenItaly, della Fondazione Symbola e di Unioncamere sottolinea come 3,1 milioni di italiani hanno un lavoro green. Ogni giorno ognuno di noi produce grandi quantità di rifiuti fino a poco tempo fa visti solo come un problema, ma che oggi possono diventare una risorsa se inseriti in un sistema virtuoso di gestione.
La nostra provincia è all’avanguardia in questo settore da anni e grazie a centri e imprese che hanno fatto del riciclo il loro punto di forza. La più longeva è sicuramente l’Amiat Tbd di Volpiano. Nata all’autoporto Pescarito a San Mauro e dedicata al primo assessore provinciale che si occupò di ambiente Teobaldo Fenoglio, è stata poi acquisita dall’Amiat e trasferita in spazi più grandi. Ora l’azienda ha una potenzialità operativa di trattamento di 22mila tonnellate/anno, un capannone coperto di oltre 7mila metri quadri e aree esterne per circa 5mila metri quadri oltre a possedere le specifiche autorizzazione a norma di legge per le diverse lavorazioni. Queste prevedono la bonifica dalle componenti pericolose, con specifici trattamenti di smontaggio o demolizione, nonché il recupero delle materie prime su quattro linee: frigoriferi, televisori e monitor, stampanti e fotocopiatrici che dopo diverse fasi permettono la selezione di rame, ferro, alluminio, plastiche, vetro, legno, schede e componenti elettronici che rischierebbero di essere dispersi nell’ambiente.
Altro fiore all’occhiello della green economy subalpina è la Re Mat di Nichelino, all’avanguardia tanto da indurre recentemente la Iren ad entrare nel capitale sociale. Re Mat è una start-up innovativa fondata nel 2018 da due giovani imprenditori piemontesi, Alessandro Lodo e Francesco Perazzini, con l’obiettivo di portare una vera e propria rivoluzione nella filiera del poliuretano espanso. Fino ad oggi il poliuretano derivante da scarti di lavorazioni industriali, dalle sedute degli autoveicoli o dalle imbottiture di materassi e divani usati, veniva prevalentemente smaltito in discarica o conferito ai termovalorizzatori. L’innovativo processo produttivo dell’azienda consente il recupero degli scarti industriali di poliuretano e, prima in Italia, di trasformare un rifiuto e risparmiare materie prime vergini.
A Castiglione vi è invece quello che può essere considerato il capostipite del riciclo nell’intera regione, il Consorzio Po Sangone, nato nel 1975 per la depurazione delle acque reflue con la partecipazione di Torino e di dieci Comuni della cintura. Il Consorzio, che ora fa parte del gruppo Smat, realizza in questi anni la rete di collettori intercomunali e l’impianto di depurazione, i cui primi due moduli sono entrati in servizio già nel 1983 anticipando quelli di città molto più grandi e che oggi gli permette di gestire una rete fognaria di oltre 7mila km, un bacino di oltre 3 milioni di cittadini evitando di immettere nel fiume ogni anno milioni di metri cubi di olio, fosforo, metalli pesanti e detersivi.
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