Si allarga a macchia d’olio l’inchiesta sul terribile incidente alla funivia del Mottarone che lo scorso 23 maggio ha causato quattordici vittime, tra cui alcuni bambini. Ora sono quattordici gli indagati elencati nella richiesta di incidente probatorio, comprese due società, Ferrovie del Mottarone e la Leitner, che si occupava, quest’ultima, della manutenzione dell’impianto. In particolare, da quanto emerge nella richiesta di incidente probatorio avanzata dalla procura di Verbania, ci sono Anton Seeber presidente del gruppo e Martin Leitner in qualità di consigliere delegato, oltre al delegato per la sicurezza relativa agli impianti a fune.
Tra i nomi anche quello di Rino Fanetti, «il dipendente Leitner che il 22 novembre 2016 ha eseguito la testa fusa della fune traente superiore della cabina 3», ossia della cabina che viaggiava con i “forchettoni” inseriti (cioè il sistema frenante di emergenza bloccato). Sono dunque ben undici gli indagati che si aggiungono ai tre fermati e poi due di loro scarcerati nei giorni successivi l’incidente: il gestore della funivia, Luigi Nerini, il direttore d’esercizio Enrico Perocchio, e il capo servizio Gabriele Tadini, l’unico ai domiciliari.
Di rilievo particolare il coinvolgimento nell’inchiesta dei dirigenti del colosso di Vipiteno, la Leitner che, nei giorni immediatamente successivi il disastro, non appena arrestati Nerini, Perocchio e Tadini, ebbero a sottolineare come la società che costruisce le funivie si considerava «parte lesa». Senza considerare poi che uno degli arrestati, in seguito rimesso in libertà dal Gip, l’ingegner Enrico Perocchio, lavorava sì per le “Ferrovie del Mottarone”, cioè per Nerini, ma è un dipendente della Leitner, titolare, come detto, di tutti gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria sull’impianto precipitato.
Subito dopo la tragedia, la Leitner, attraverso i suoi massimi dirigenti era intervenuta nella vicenda diffondendo un comunicato: «Il pensiero più profondo e commosso della nostra azienda va alle vittime - si leggeva nel comunicato, ancora reperibile sul sito dell’azienda -, ai feriti e a tutte le comunità coinvolte dalla tragedia sulla funivia Stresa-Mottarone. In merito alla manutenzione dell’impianto, l’ultimo controllo magnetoscopico della fune è stato effettuato a novembre del 2020 e gli esiti dello stesso non hanno fatto emergere alcuna criticità. La revisione generale, che consiste in una severa revisione dell’intero impianto, dalle cabine ai carrelli, agli argani e alle apparecchiature elettriche, era stata realizzata nell’agosto del 2016».
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Da allora, concludeva la Leitner il giorno successivo il disastro, «ogni anno a novembre, si sono succeduti con regolarità i controlli alle funi. Sempre con esito positivo. La nostra azienda rimane a completa disposizione per cercare di individuare al più presto le cause della immane tragedia».
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