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24 Luglio 2021 - 08:25
Tra mercoledì e giovedì notte una gruppo di persone si è intrufolata nel cimitero di Caluso scavalcando il muro che circonda il camposanto. I balordi hanno rubato rame e tutto ciò che c’era di metallo all’interno del cimitero. Hanno provato a portarsi via anche una statua, quella del redentore, rotta e poi parzialmente abbandonata.
Il Comune ha immediatamente segnalato il fatto alle forze dell’ordine e sporto denuncia ai carabinieri della compagnia di Chivasso. «Un atto inqualificabile», così ha commentato quanto accaduto la sindaca, Maria Rosa Cena.
Il cimitero cittadino, proprio per la sua posizione, è un luogo semplice da “aggredire”. Si trova, infatti, fuori dal centro abitato, in una zona piuttosto isolata lungo la strada che va verso Mazzè. La banda, dopo essersi intrufolata, ha cercato di portarsi a casa quanto più possibile, ogni pezzo di rame o metallo presente dentro il cimitero è stato rubato. Ma non è tutto: il gruppo, infatti, si è reso protagonista di numerosi atti vandalici.
È stata letteralmente decapitata la statua di Gesù presente all’ingresso del cimitero, sopra la cripta dove sono sepolti i parroci di Caluso. La statua, poi, nella mattinata di giovedì, è stata rimossa dal personale che lavora all’interno del campo santo. Sempre nella giornata di giovedì la notizia della “razzia” al cimitero si è sparsa in città tanto da mettere in allarmi molti cittadini. In tanti, infatti, hanno raggiunto velocemente il luogo per verificare lo stato delle tombe dei loro amici, parenti e cari sepolti proprio lì. Per verificare che la tomba dei propri parenti non fosse stata vittima dei tanti atti di vandalismo messi in atto dal gruppo che si è intrufolato.
Purtroppo non è la prima volta che il cimitero cittadino è vittima azioni simili, già alcuni anni fa l’intera area era stata luogo di furti e depredazioni. Quanto accaduto a Caluso, negli ultimi anni, è successo in moltissimi altri cimiteri della zona dove, molto spesso, i parenti dei defunti trovano le tombe dei propri persino senza i fiori che avevano portato il giorno prima. Alcuni comuni hanno provato a risolvere il fenomeno o a contrastarlo, tramite l’installazione di telecamere.
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