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Nuove regole per locali e investimenti: «E ben vengano i fondi dei privati...»

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C’è chi si accontenta di un quartiere più pulito, chi invoca da anni sicurezza e chi spera nei grandi cantieri per ripartire una volta per tutte. Le facce di borgo Aurora sono molteplici, così come i sogni e le speranze dei suoi cittadini. Il cambio di casacca in Comune non li spaventa e non li distoglie più di tanto dalle certezze. Soprattutto sul fronte riqualificazioni, dove le idee di tutti sembrano convergere verso un’unica risposta.

«Vogliamo che nei prossimi cinque anni inizino e termino i lavori presso le ex Ogm - spiega Gioacchino Perri, del comitato cittadini “Quadrilatero Aurora”, -. Sarebbe un nuovo inizio per tutti noi. Ma perché il quartiere sia fonte di ispirazione, servono sgravi fiscali per gli imprenditori che vogliono aprire da noi, soprattutto artigiani». Dello stesso parere anche Remy Billo. «Servono risposte nei prossimi cinque anni - racconta -. I cantieri alle Grandi Motori come primo passo, ma non l’unico. Penso al Ponte Mosca, al trincerone ferroviario, all’Astanteria. Siamo ancora un quartiere ricco di punti deboli e credo che per arrivare a un lieto fine siano necessari investimenti che coinvolgano tanto il pubblico quanto il privato». Anche per Giovanni Sepede, presidente del comitato Arqa, «i lavori alle Grandi Motori diventano una svolta, ovviamente se partono nei tempi previsti. Sono 10 anni che aspettiamo, speriamo che il 2022 sia l’anno buono».

Chi vive lungo corso Giulio Cesare e dintorni non può non toccare, almeno per qualche secondo, il tema della sicurezza, spesso messo a dura prova dallo spaccio e dalla microcriminalità. «A parte il Palazzetto del Sermig, recentemente inaugurato, vedo poco altro di promettente - chiosa Paolo Giallara -. Qui bisogna cominciare a controllare i locali che tengono aperto di notte, la sicurezza dopo una certa ora è un optional». E il riferimento è alle attività che di notte diventano ricettacolo di balordi. «Con tutti questi permessi - continua -, la situazione è peggiorata. Ci auguriamo che levino almeno i dehors, che diventano un ritrovo per il bivacco». E spesso quel che rimane all’alba è un quartiere prigioniero dei rifiuti, della sporcizia, delle bottiglie abbandonate sui marciapiedi o sulle aiuole. «Un borgo che poi si svaluta - protesta Ignazio Armenio -. Oggi è difficile rivendere gli alloggi perché nessuno vuole venire a vivere qui, si è fatto troppo poco negli ultimi cinque anni. Eppure sono sicuro che basterebbe provare a tenerlo pulito per vedere i primi segnali di un rinnovamento».

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