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Movida, rimborsi alle “vittime” e nuove cause contro il Comune

veduta di Largo Saluzzo, cuore della movida di San Salvario

veduta di Largo Saluzzo, cuore della movida di San Salvario

Il citofono che suona in piena notte. Uno scherzo balordo che è solo l’ultimo dei disagi che i residenti di piazza Santa Giulia sono costretti a sopportare. Per rendere più tollerabile la notte durante il fine settimana Mirella Berardino e i suoi vicini di casa hanno installato un interruttore al citofono, in modo da disattivarlo quando vanno a dormire ed evitare che gli scherzi, oramai all’ordine del giorno (o meglio, della notte) li tengano svegli. Una piccola accortezza, che non basta tuttavia a limitare i danni per cui il comitato Riprendiamoci Vanchiglia ora chiede l’istituzione di un fondo “vittime della movida”. «C’è il fondo vittime della strada, perché non quello della movida?» domanda Mirella che negli anni, per far fronte ai disagi, è stata costretta a ricorrere a sedute psicologiche. «Stiamo facendo morire una borgata» denuncia anche Salvatore Pedone, membro del comitato Riprendiamoci Vanchiglia, durante la commissione consiliare nella quale è stata discussa la mozione del vice capogruppo di Fdi Enzo Liardo sul tema mala-movida. «Ormai tutti i fine settimana ci svegliamo e, uscendo di casa, troviamo un tappetto di vetri, vomito e urina» racconta Pedone. La situazione è sfuggita di mano e, come sottolineano alcuni consiglieri comunali, «bisogna agire adesso, prima che esploda la primavera».

Nel frattempo il Comune si mostra cauto sulla proposta di creare un fondo ad hoc per le vittime della movida. «Bisogna vedere normativamente come si può fare - mette le mani avanti l’assessore al Commercio Paolo Chiavarino -. Siamo pronti ad approfondire il tema, ma più di questo non posso dire». Nei prossimi giorni ci sarà un incontro con i presidenti di Circoscrizione e i con i comitati, assicura Chiavarino, mentre il Comune deve fare i conti con un’altra azione legale in arrivo. L’iniziativa è partita da un gruppo di residenti di San Salvario che, nella giornata di domani, incontrerà gli avvocati per valutare come procedere contro l’Ente. L’obiettivo è quello di ottenere un risarcimento da parte del Comune, che già in passato sborsò 1,2 milioni di euro a seguito di una causa portata avanti da 29 residenti della zona. Un precedente “scomodo”, che ora rischia di costare ancor più caro a Palazzo Civico.

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