«Mi chiamo Francesco, sono nato nel 1918 e ho 8 anni. Cerco Giuseppe, il mio papà. Tu gli assomigli sai?». Queste parole, incise su un registratore, sarebbero state captate da Fabio Tavaglione e dal suo team di “ghostbusters” nell’ex preventorio di Orio Canavese. La leggenda dice che lì si aggirerebbe il fantasma di un bambino, la cui presenza sarebbe stata testimoniata più volte nel corso degli anni da chi si è avventurato tra quelle mura ormai in rovina. Nessuno ne conosceva però la storia. Adesso c’è chi dice di averla appresa direttamente dalla voce del diretto interessato: il fantasma. Fabio Tavaglione ha 31 anni, di professione fa l’informatico ma nel tempo libero si dedica a un hobby quantomeno singolare: ha fondato su Youtube il canale “Reel Channel” e con un paio di amici si è dedicato all’esplorazione di luoghi che sarebbero infestati da fantasmi. I video delle loro avventure sono pubblicate nella serie “Lost in paranormal”, le cui ultime puntate sono dedicate all’ex preventorio di Orio: «Ne abbiamo già pubblicate due - spiega - ma ce ne saranno altre. E il bello deve ancora arrivare». Il “bello” sarebbero appunto le registrazioni della voce del bambino fantasma. «Non lo abbiamo visto - spiega Fabio - ma la sua voce l’abbiamo registrata in maniera molto chiara. E adesso sappiamo anche chi è». Anche se privo della classica trappola dei film, il team di acchiappafantasmi infatti ha trascorso una notte nell’edificio con telecamere a infrarossi, microfoni professionali, il K2 (un rilevatore di campi elettromagnetici) e il Raven «un nuovo strumento di mia invenzione che è in grado, tramite una scansione di frequenze radio ed una serie di filtraggi audio, di eliminare il fruscio del rumore bianco ed emettere in modo più chiaro parole di senso compiuto». Il risultato lo si potrà vedere nella prossima puntata di “Lost in paranormal”: «Il bambino ha risposto alle nostre domande, in maniera sempre contestualizzata e ripetendo le stesse risposte alle domande ripetute più volte. Ha detto di chiamarsi Francesco e di appartenere alla famiglia dei conti Salier. Sarebbe nato nel 1918 e quindi sarebbe lì da ben prima dell’apertura del preventorio». Da quando, cioè, quell’edificio era in effetti la residenza della nobile famiglia. «Francesco ha detto che sta cercando suo papà Giuseppe, non ha mai nominato la mamma. E ha detto che io assomiglio a suo papà». Tavaglione ha provato a fare qualche ricerca storica: «Non abbiamo trovato traccia di Francesco ma un Giuseppe in quegli anni è esistito davvero. Ho trovato un suo ritratto, e in effetti mi assomiglia». Impossibile però andare oltre, magari sentendo qualche discendente: «Quel ramo della famiglia purtroppo non esiste più». E ora per i ragazzi di Reel Channel è il momento di pensare ai prossimi obiettivi: «Andremo anche a Villa Capriglio a Torino, nota anche come Villa del diavolo, per scoprire se davvero vi è stato evocato qualche demone nel corso di un rito satanico».
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