l'editoriale
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08 Maggio 2022 - 08:19
I trampolini non ospiteranno mai più un solo salto. Partendo da questo presupposto, a Pragelato si sta progettando il futuro dell’area che nel 2006 ospitò le Olimpiadi invernali e la cui vocazione resterà comunque sportiva. Cominciando da quello che pare ormai il primo paletto: «Nella spianata - spiega il vicesindaco, Mauro Maurino - sorgerà un impianto per il biathlon che di fatto andrà a implementare e ingrandire quello olimpico del fondo, e che in estate si potrà utilizzare per lo skiroll. E così riapriremo anche l’hotel che sorge ai piedi dei trampolini, chiuso ormai da un paio di anni». Il progetto è in dirittura d’arrivo, anche perché i tempi sono piuttosto stretti: «L’obiettivo - continua Maurino - sono i Giochi Mondiali Universitari del 2025. Il che significa che deve essere tutto pronto un anno prima, per ospitare i test event». Come al solito, la burocrazia italiana non aiuta: l’area è di proprietà di Città metropolitana, affidata a Fondazione 20 marzo e gestita da Parcolimpico. «Proprio per venirne a capo il prima possibile - anticipa il sindaco, Giorgio Merlo - ho chiesto un incontro con tutti gli enti interessati, che è stato fissato per il 18 maggio». E con la Fisi si sta già discutendo l’approdo in loco, una volta pronti gli impianti, di un nuovo centro federale.
Di questo e non solo si è parlato con i delegati della Fisu che hanno effettuato un sopralluogo nei giorni scorsi e che, dopo aver analizzato la situazione del biathlon, hanno promosso a pieni voti il fondo, già ora pronto a ospitare le gare del 2025. Ma questa per Pragelato è un’occasione che va oltre il singolo evento. «L’obiettivo è rilanciare il turismo nella nostra cittadina, anche oltre la stagione invernale e quella estiva. Per questo - spiegano i due amministratori - l’impianto potrà essere utilizzato anche per lo skiroll, e per questo nella partita rientra anche l’hotel che in parte sarà utilizzato per locali di servizio all’impianto sportivo e in parte tornerà a ospitare i turisti». Inevitabilmente lo sguardo però si alza dalla spianata e corre verso il fianco della montagna. «Siamo consapevoli - spiega il vicesindaco - che dopo aver perso l’occasione delle Olimpiadi 2026 il trampolino non riaprirà mai più. Ora bisogna pensare al futuro. Smontarlo è impossibile: oltre a essere complicato per la stabilità della montagna, costerebbe milioni di euro». E quindi ecco la prima bozza di progetto. «In parte resterebbe com’è, una sorta di monumento a Torino 2006. E una parte potrebbe essere riconvertito, conservando il basamento. Ad esempio, come parete da arrampicata. L’idea è quella di creare un polo turistico a vocazione sportiva in un’area che è già compromessa, preservando quelle invece intatte». A completare il tutto, l’ipotesi di adattare il vicino piccolo impianto di risalita per lo sci alpino, in modo che senza neve possa essere utilizzato per lo sci d’erba.
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