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08 Giugno 2022 - 08:16
Ha messo un biglietto sulla vetrina: “Si ringraziano tutte le persone che ci hanno accompagnato in questi anni”, il commiato di Primo Zucchetti, 75 anni, 47 di questi passati sotto i portici di via Negarville a vendere pesce. Tra meno di un mese, il 2 luglio, Primo andrà in pensione, e con lui se ne andrà un altro pezzo di storia del quartiere. Soprattutto, se ne andrà l’ultimo pescivendolo di Mirafiori Sud. In zona Primo è un’istituzione. Friulano di Morsano al Tagliamento, è arrivato a Torino a 16 anni. «Mia madre era morta e io ero a casa con mio padre - racconta -. Avevo uno zio a Torino che vendeva pesce, così sono partito. Ho lavorato undici anni al mercato di corso Racconigi, poi nel ‘75 ho rilevato questa pescheria». Grandi affari, in quegli anni, in un quartiere pieno di negozi e servizi. Cinquantamila lire al mese, il primo affitto, che si pagava facilmente perché alla Pescheria Mirafiori c’era la fila, soprattutto al venerdì. «Avevamo tutto - ricorda il pescivendolo -, dall’anagrafe all’Asl e non c’erano serrande giù. Dal 2000 in avanti, con l’arrivo dei supermercati, i negozi hanno iniziato a chiudere e la zona si è spenta pian piano. Penso alla chiesa di San Luca, di fronte a me. Oggi vedo solo funerali, un tempo c’erano sempre matrimoni».
A fine 2019 ha chiuso anche il mercato coperto e con l’addio della Pescheria Mirafiori, sotto il portico di via Negarville le uniche realtà commerciali resteranno bar e farmacia. A dire il vero, il negozio doveva cessare l’attività nel 2020, ma il Covid ha fatto slittare la chiusura di due anni. Spiega la figlia Mariella, che aiuta il papà: «Non ci sono i presupposti per continuare, mio marito ora fa l’autista, io troverò un altro lavoro». Primo fa i conti: «Incassavo 1200 euro al giorno, oggi 120 euro. E ne ho 500 di affitto da pagare». E allora meglio dire basta. Ma che farà ora, Primo il pescivendolo? «Andrò a funghi, la mia grande passione».
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