l'editoriale
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24 Luglio 2022 - 06:00
Prima il litigio, poi uno sparo a spezzare la quiete di Salerano, 400 anime a due passi da Ivrea. E quindi la corsa in ospedale di Clara Visinoni, con una ferita da arma da fuoco poco sopra il cuore: la donna, casalinga di 66 anni, ha raccontato ai medici che era stato suo marito a spararle: per questo, la scorsa notte, i carabinieri hanno arrestato Domenico Rebecchi, 68 anni. L’accusa è tentato omicidio.
«Litigavamo da tempo» ha spiegato il pensionato, che ha dei precedenti e ha subito ammesso le sue colpe. Tra i vicini c’è stupore, anche se qualcuno rivela: «Sapevamo che lui non è molto tranquillo» ammette una ragazza. Lo dice anche la sindaca di Salerano, paese dove tutti si conoscono: «Lo descriverei come un uomo originale, appassionato di caccia» interviene Tea Enrico.
La signora della casa accanto aggiunge: «Lei è una brava persona: mi porta sempre le uova delle sue galline». La coppia vive nella porzione di un vecchio cascinale, con il cemento a vista sui muri, orto e campi coltivati sul davanti. È lì, alle 19,30 di venerdì, che si è consumato il tentato omicidio: Rebecchi e Visinoni hanno litigato per l’ennesima volta, anche non c’erano mai state denunce prima. Il 68enne ha tirato fuori una pistola e ha sparato alla moglie, colpendola sulla parte sinistra del petto.
Il proiettile le è passato da parte a parte e miracolosamente non ha toccato organi vitali: la signora, con i vestiti pieni di sangue, ha chiamato uno dei due figli e gli ha chiesto di accompagnarla in ospedale a Ivrea. Per fortuna non è in pericolo di vita e se la caverà con 20 giorni di prognosi. Subito dopo i carabinieri del Nucleo radiomobile di Torino e della stazione di Ivrea sono andati a prendere Rebecchi e lo hanno trovato a casa. Ha confessato ma ha detto di aver gettato via l’arma con cui ha sparato alla moglie.
Però sono stati trovati e sequestrati una pistola a tamburo calibro 42, varie cartucce, un bossolo calibro 7,65 nel cortile sotto la finestra della camera da letto e un frammento di proiettile nel bagno, infilato tra gli indumenti intimi e insanguinati della donna. Rebecchi è finito in carcere mentre l’indagine è stata affidata alla pm Valentina Bossi. «Conosco bene quella coppia, ero andata a premiarli di recente perchè hanno la compostiera - ripercorre la sindaca Enrico - Lei, qualche giorno fa, mi ha chiesto se poteva prendere la lavanda che c’è davanti al municipio. Forse avrei dovuto chiederle come stesse, interessarmi di più: ogni 25 novembre facciamo manifestazioni e inauguriamo panchine rosse contro la violenza sulle donne. Poi non ci accorgiamo quando succede dietro casa».
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