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Il passato che ritorna

«Ti sfregio con l'acido»: la moglie di Omar lo accusa di maltrattamenti e violenze 22 anni dopo il massacro di Novi Ligure

Nel 2001 massacrò la madre e il fratellino della fidanzata Erika. Scontata la condanna a 14 anni, si è sposato e ha avuto una figlia

Erika e Omar

Erika e Omar dopo il massacro nella villetta di Novi ligure del 2001

"Ti sfregio la faccia con l'acido" e "ti mando su una sedia a rotelle". Poi "Fai schifo" e "non esci viva da qui", con la testa presa per i capelli e avvicinata al fornello acceso. E oggetti scagliati addosso, cellulari spaccati, il divieto tassativo di chiamare i carabinieri: a fare tutto questo, secondo le accuse della moglie, è Mauro Favaro, per tutti Omar. Cioè l'autore del massacro di Novi Ligure insieme alla fidanzatina di allora, Erika De Nardo: i due avevano 16 e 17 anni e il 21 febbraio 2001 uccisero con 97 coltellate la madre di lei, Susy Cassini, e il piccolo Gianluca, il fratellino che aveva solo 11 anni.

Da quel giorno sono passati oltre 22 anni e una serie di processi, conclusi con una doppia condanna: il Tribunale dei minori di Torino stabilì 16 anni di carcere per lei e 14 anni per lui, sentenze confermate in appello e in Cassazione.

Entrambi i protagonisti di quella terribile vicenda si sono rifatti una vita dopo aver scontato la pena. In particolare Omar, che il 15 maggio ha compiuto 40 anni ha sposato una donna conosciuta tramite i social network ed è nata anche una bambina. Una nuova famiglia che, a quanto pare, si è rivelato un incubo per la donna: lei accusa Omar di violenza sessuale e di terribili maltrattamenti avvenuti per anni su di lei e sulla figlia.

Le denunce parlano di un clima di costante paura, controllo e insulti fino al 2022. Omar minacciava la moglie di morte, picchiandola, abusando di lei con soprusi fisici e psicologici. E quella frasi terribili, che lei ha aspettato a denunciare per paura. Un silenzio che, purtroppo, ha solo peggiorato la situazione: la procura di Ivrea ha tentato di fermare Omar, chiedendo come misura cautelare il divieto di avvicinamento alla luce di quelle ripetute minacce di morte. Ma il giudice per le indagini preliminari lo ha negato perché, nel frattempo, la coppia si è separata e, secondo il magistrato, non c'è più l'attualità del pericolo. 

Lorenzo Repetti, l’avvocato che aveva seguito Omar per il delitto di Novi, lo assiste di nuovo e ricorda come Omar e la moglie siano stati valutati da una perizia che ha riconosciuto a entrambi la capacità genitoriale. E inizialmente la figlia è stata affidata a lui.
Ora sono emerse minacce, maltrattamenti e violenze: «Sono accuse assolutamente infondate, calunniose, strumentali e funzionali a ottenere una posizione di forza nel procedimento civile. E anche la procura ha richiesto solo un provvedimento minimale». A far rumore, secondo l’avvocato, è solo il passato di Favaro: «La vicenda del 2001 non c’entra e questa è una separazione come tante altre»

Sono accuse assolutamente infondate, calunniose, strumentali e funzionali a ottenere una posizione di forza nel procedimento civile


Il fatto che il protagonista di questa vicenda sia Omar sta creando conseguenze anche a livello politico: «In un caso del genere penso che sia necessario un surplus di cautela da parte della magistratura - scrive su Facebook la deputata di Italia Viva, Maria Elena Boschi - Depositerò una interrogazione al ministro Nordio per richiamare l’attenzione e verificare che non ci siano rischi per madre e figlia».
Interviene Alfredo Antoniozzi, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera: «Non vorremmo che ci fossero pregiudizi su Omar: da minorenne si macchiò di un terribile delitto per il quale ha pagato. Questo non può determinare condanne preventive su accuse che vanno dimostrate. Non dobbiamo perdere mai di vista le garanzie giuridiche né fare in modo che delle accuse di parte diventino subito verità».

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