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l'aggressione

Raid al campo nomadi: picchiata una donna incinta

Sull'episodio indagano i carabinieri

Due aggressioni e tre donne picchiate, più un ventenne finito in ospedale per lesioni. Il tutto per vendetta. A compierle sarebbe stato un gruppo composto da cinque persone, arrivate in macchina al campo nomadi di Volpiano. Dopo avere danneggiato l'ingresso del campo e fatto irruzione in una casa, due donne sono state malmenate. Una delle vittime, è incinta. Poi, è avvenuta una seconda aggressione, vittima ancora un'altra donna del campo. Tutto denunciato alla caserma locale dei carabinieri e refertato in ospedale.

Le vittime dei due blitz, verificatisi in rapida sequenza, avrebbero riconosciuto alcuni dei loro aggressori e riferito generalità e particolari delle macchine con cui erano arrivati. Il tutto insieme a una registrazione telefonica contenente insulti del tipo «Vi brucio tutti, zingari di m.. ». A parlare, uno degli aggressori. All'origine dell'accaduto c'è però un prologo: un episodio accaduto sempre a Volpiano, circa due mesi fa, il 15 ottobre, in cui uno dei figli ventenni della famiglia nomade dopo aver avuto da ridire con un coetaneo per futili motivi - un insulto alla fidanzata di quest'ultimo - è finito in ospedale massacrato di botte e con un trauma cranico. Alla dimissione del ragazzo dall'ospedale, è seguita puntuale denuncia. I carabinieri hanno aperto un'indagine e sottolineato che in tutte e tre le situazioni in cui sono dovuti intervenire al campo nomadi, al loro arrivo degli aggressori l'unica traccia rimasta erano segni di devastazione e le donne ferite, ma gli autori dei reati non sono mai stati trovati.

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