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Il processo

Usura, prostitute e auto di lusso: condanna per l'imprenditore finito a Striscia La Notizia

Aveva trasformato il locale dello zio in una casa di prostituzione, con camere affittate a 50 euro per ogni incontro

Usura, prostitute e auto di lusso: condanna per l'imprenditore finito a Striscia La Notizia

Aveva trasformato il locale dello zio in una casa di prostituzione, con camere affittate a 50 euro per ogni incontro: secondo gli inquirenti, forniva anche asciugamani e lenzuola pulite ai clienti del Macumba di Pinerolo. Ma lo sfruttamento della prostituzione è solo uno dei reati contestati a Paolo Jahier, commerciante di auto di lusso: il 58enne di Pinerolo, imputato anche per usura, autoriciclaggio e bancarotta fraudolenta, è stato condannato ieri a 7 anni e 2 mesi di reclusione (contro i 10 anni e 10 mesi chiesti dal pubblico ministero Cesare Parodi).

Nello stesso processo era coinvolto anche il 90enne Ermanno Jahier, papà di Paolo. Il pm lo riteneva «lo schermo dietro cui il figlio si nascondeva per commettere i reati» e aveva chiesto una pena di 16 mesi: è arrivata una condanna a 2 mesi in più (sospesi con la condizionale).
Nel 2018 Max Laudadio di Striscia La Notizia aveva accusato Paolo Jahier di taroccare i contachilometri delle auto che vendeva. E l’anno dopo la Guardia di finanza gli aveva confiscato immobili, società, conti correnti e 54 auto di lusso per oltre 2 milioni di euro.

Da quell’inchiesta è partito il processo concluso ieri, in cui era coinvolta anche l’avvocato Patrizia Fagioli: imputata per il reato di usura, è stata assolta. Invece la sua presunta vittima, Aldo Antonio Frassanito, era a sua volta accusato di usura a danni di altri: per lui è arrivata la condanna a 2 anni.

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