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il fatto

Flop dei nuovi parcheggi a pagamento: sono tutti deserti (e piovono insulti)

Non vanno affatto bene le nuove strisce blu volute dal Comune. E ci sono anche atti vandalici

Desolatamente vuoti i nuovi parcheggi a pagamento di Chieri

Desolatamente vuoti i nuovi parcheggi a pagamento di Chieri

A Chieri è bufera per l'aumento delle tariffe e delle strisce blu, tra lamentele sui social, atti vandalici e parcheggi lasciati vuoti. Con la nuova regolamentazione, sale il numero di stalli a pagamento e la tariffa minima oraria, da 50 centesimi a un euro. Il tetto massimo di abbonamenti è a 500, acquistabili alla tariffa agevolata di 200 euro all’anno per i residenti nel centro, privi di garage o posto auto privato. Invece, 160 euro per chi ha Isee inferiore a 20mila euro. Cifre superiori rispetto all’abbonamento con formula Ztm, che era di 81 euro annui. I proventi ricavati dai parcheggi andranno a finanziare trasporto pubblico locale e manutenzione del verde pubblico.

Sui social, circolano però le foto delle nuove aree a pagamento totalmente deserte. Con segnalazioni che raccontano di parcheggi dei supermercati, come ad esempio il Mercatò di piazza Europa, stracolmi di auto. La scelta della Giunta aveva già suscitato polemiche quando ancora era in fase di definizione. Fratelli d’Italia aveva promosso una raccolta firme a novembre. E ad oggi, c’è sempre tensione nell’aria, con i cittadini che continuano a manifestare il loro malcontento. Sui social e non solo. Numerosi i commenti negativi sui gruppi Facebook cittadini. O sulla pagina ufficiale del Comune, sotto al post in cui si comunicavano le nuove norme per la sosta: «Una grande vergogna - si legge -. Aumentare il prezzo serve solo a risanare le casse del Comune», «Ladri», e ancora «A Chieri il parcheggio diventa un lusso». Nei giorni scorsi, il totem di vicolo Mozzo Bastioni e quello di via delle Rosine sono poi stati danneggiati da quelli che sembrerebbero essere veri e propri atti vandalici. Al primo è stato dato fuoco, e il secondo è stato ricoperto di escrementi. Tali gesti potrebbero essere quindi letti come un atto di protesta e di ulteriore manifestazione di disappunto nei confronti di questa situazione.

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