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IL CASO

No Tav, condanne da 11 mesi a 2 anni per i fatti di Giaglione

Gian Maria Sertorio, all’epoca dirigente di polizia, rimase colpito alla testa da un palo durante gli scontri con i manifestanti

No Tav, condanne da 11 mesi a 2 anni per i fatti di Giaglione

Il tribunale di Torino ha emesso le condanne per 10 attivisti No Tav coinvolti nell’assalto al cantiere dell’Alta Velocità di Giaglione. Le pene, comprese tra 11 mesi e 2 anni di reclusione, riguardano accuse di violazione dell’ordinanza del prefetto che vietava l’accesso ai terreni vicino al cantiere, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. L’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Eleonora Sciorella, ha ricostruito un episodio di tensione culminato con il ferimento di due dirigenti di polizia. Gian Maria Sertorio, all’epoca dirigente di polizia, rimase colpito alla testa da un palo durante gli scontri con i manifestanti. Il trauma cranico riportato gli costò una prognosi di tre giorni. Ferito anche il commissario Salvatore Frenda, colpito con un bancale di legno e con un pugno al volto, che si è costituito parte civile nel processo, assistito dall’avvocata Federica Sanna. Al commissario è stata riconosciuta una provvisionale di 2mila euro. I fatti risalgono al luglio 2020, quando le forze dell’ordine intervennero per sgomberare le masserizie utilizzate dai No Tav per bloccare un sentiero di montagna nei pressi del cantiere di Chiomonte. Nel corso dell’intervento, si sarebbe sviluppato un “movimento rotatorio” in cui i manifestanti ripresero un oggetto, determinando la caduta accidentale del palo che colpì Sertorio.
Alcuni capi di imputazione sono stati abbandonati, ma la Corte ha comunque ritenuto responsabili gli imputati, infliggendo pene differenziate in base al ruolo e alla condotta tenuta nel corso dell’azione. A 6 dei condannati è stata concessa la sospensione condizionale della pena.

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