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il caso chiuso

A Settimo Torinese demolito dopo 20 anni di lotte il campo nomadi, la fine di una vicenda

Sgomberate 22 persone da un insediamento irregolare: l’area era a rischio e sotto osservazione per criminalità e violazioni urbanistiche

A Settimo Torinese demolito dopo 20 anni di lotte il campo nomade, la fine di una vicenda

A Settimo Torinese, in via Moglia, è stato abbattuto un campo abusivo che da vent’anni occupava un’area agricola a ridosso dell’autostrada Torino-Milano. Le ruspe hanno messo fine a una situazione seguita da mesi dal Comune, dalle forze dell’ordine e dall’ufficio tecnico. Nell’insediamento vivevano 22 persone, in gran parte appartenenti a un’unica famiglia, in edifici costruiti senza permessi, tra cui due case stabili, una delle quali su due piani e completamente arredata. I proprietari sono accusati di lottizzazione abusiva.

L’intervento è arrivato dopo numerosi controlli, seguiti da un’ordinanza di sgombero. L’area presentava gravi criticità: strutture improvvisate, allacciamenti irregolari, accessi su cemento e condizioni igienico-sanitarie non a norma.

Alla situazione urbanistica si aggiungevano problemi di ordine pubblico. Pochi giorni prima dello sgombero, due giovani del campo sono stati fermati in auto senza patente e con arnesi da scasso. A gennaio altri due residenti si erano schiantati tentando di fuggire a un controllo, sempre con strumenti da effrazione a bordo.

La demolizione era diventata urgente anche per garantire la sicurezza degli stessi abitanti. Ma ora resta aperta la questione di dove andranno gli sgomberati, sette dei quali sono ancora sul posto. Via Moglia è solo l’ultimo episodio di una lunga storia fatta di illegalità edilizia, fragilità sociali e microcriminalità. Senza soluzioni strutturali, il rischio è che situazioni simili si ripetano altrove.

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