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Sanità
26 Ottobre 2025 - 12:55
L'Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani ha presentato il 23 ottobre 2025 un articolato documento con proposte concrete per garantire il diritto alla salute nelle zone montane del paese. Un piano che si inserisce nel progetto ITALIAE e nella strategia delle Green Community, con l'obiettivo di colmare il divario tra centri urbani e territori montani.
Il nodo principale resta la mancanza di medici di base e pediatri nelle valli. Troppe aree montane risultano oggi sprovviste di questi professionisti essenziali, con studi medici che riducono drasticamente gli orari di apertura e visite domiciliari sempre più rare. UNCEM propone un cambio radicale: trasformare i medici di base in dipendenti del servizio sanitario nazionale, con contratti di servizio strutturati, obiettivi chiari e adeguata remunerazione.
Parallelamente, emergono nuove figure come gli infermieri di comunità, già sperimentati con successo in Val Maira e in altre zone alpine. Questi professionisti possono seguire i pazienti cronici, integrando assistenza sanitaria e sociale, rappresentando un'opportunità concreta per generare competenze nei territori.
Le Case della salute, finanziate dal PNRR con oltre 65 strutture già attive, devono dare risposte organizzative senza però sottrarre servizi ai comuni più in alto. L'organizzazione insiste: queste strutture non devono diventare un salasso per la spesa sanitaria né concentrare le opportunità verso il basso.
La digitalizzazione rappresenta una leva fondamentale. Telemedicina e teleassistenza possono ridurre i tempi di visita e i costi per il sistema pubblico, grazie a dispositivi medici individuali che dialogano con i professionisti tramite semplici applicazioni. L'home clinic è già realtà in molte aree europee e permette di monitorare pazienti a distanza, evitando spesso il ricovero ospedaliero.
Cruciale anche l'implementazione rapida del fascicolo sanitario elettronico unico nazionale, eliminando le frammentazioni regionali attuali. UNCEM sottolinea l'anomalia di avere venti fascicoli regionali diversi invece di un'unica piattaforma promossa dal ministero della salute.
L'aumento delle piattaforme per l'atterraggio notturno dell'elisoccorso rappresenta una priorità, specialmente in zone difficilmente raggiungibili. La percezione di sicurezza, sia per residenti che turisti, passa anche attraverso questi servizi garantiti h24.
Le farmacie dei servizi, finanziate dal PNRR, devono essere potenziate con nuove funzioni: esami diagnostici, prenotazioni, prevenzione e prelievi del sangue. La farmacia, infatti, resta un presidio fondamentale ed è sempre presente, anche nei comuni più piccoli.
UNCEM evidenzia come sia impossibile riorganizzare i servizi sanitari senza considerare trasporti e mobilità. Stanno nascendo progetti di trasporto a chiamata verso ospedali e ambulatori, con costi minimi per anziani e fasce deboli.
L'organizzazione propone anche un modello innovativo: trasformare borghi recuperati in strutture residenziali diffuse per anziani e malati cronici, una sorta di «RSA diffuse» che garantiscano qualità della vita, assistenza continua e integrazione con le comunità locali.
Resta aperta la questione degli ospedali più piccoli. UNCEM chiede chiarezza alle regioni: quali reparti, quanti posti letto, quale personale. Servono scelte precise e dati trasparenti per i prossimi vent'anni, salvaguardando questi presidi ma definendone con precisione il ruolo futuro nel sistema sanitario territoriale.
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