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Concussione, archiviate le accuse al sindaco Paolo Montagna: «Sollevato ma ferito»

Paolo Montagna si sfoga sui social dopo 4 anni difficili

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Il sindaco di Moncalieri, Paolo Montagna

Sono state archiviate le accuse di concussione rivolte al sindaco di Moncalieri, Paolo Montagna.

Ad annunciarlo è stato lui stesso, con un lungo post sui social rivolto direttamente ai suoi concittadini. L’inchiesta, come spiega lui stesso è nata «da un esposto anonimo, dopo una riunione di maggioranza con consiglieri e assessori in cui si discuteva delle elezioni del Consiglio Metropolitano, e secondo alcuni avrei minacciato ripercussioni politiche per chi non avesse seguito le mie indicazioni di voto». Montagna ha sempre respinto le accuse: «Da subito dissi, e lo ribadisco oggi, che le minacce non fanno parte del mio modo di agire né di pensare. Ho sempre creduto nel confronto, anche duro, ma mai nella paura come strumento politico». Quattro anni dopo, ecco il sospiro di sollievo: «Quello che è successo è una “normale prassi pre-elettorale, il fatto non costituisce reato”».

Montagna si dice «sollevato» anche se «questa vicenda mi lascia una ferita profonda, che mi ha cambiato per sempre. Perché la certezza di aver agito correttamente, oggi finalmente riconosciuta anche dalla legge, non basta a cancellare i momenti duri: la perquisizione in casa, in auto, il sequestro del cellulare, i titoli dei giornali, i commenti infamanti di chi intendeva soffiare sul fuoco». Anche per questo «sento il dovere di invitare tutti, tra chi ha ruoli nelle istituzioni o nei partiti, a una riflessione profonda. Quando la politica dimentica il rispetto delle persone e dei ruoli, e trasforma il confronto in fango, perde credibilità. Tutti la perdono, non solo qualcuno. E a pagarne il prezzo sono le nostre Comunità, sempre più deluse, forse non a caso sempre più lontane da tesseramenti e urne».

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