Langhe e Roero, un modello etico per il lavoro in vigna: la proposta che cambia le regole

Le Langhe e il Roero, distretto vitivinicolo di eccellenza, affrontano un'urgente sfida legata alla dignità e qualità del lavoro in vigna. La diffusione di contratti a termine, l'elevata intermediazione e la carenza di alloggi adeguati spingono numerosi braccianti verso il lavoro irregolare, minacciando la sostenibilità sociale del territorio.

L'indagine Weco ha confermato che il settore impiega circa 4.454 lavoratori, prevalentemente con contratti a tempo determinato (97%) e con una significativa componente straniera (72%), spesso inquadrata come operaio comune.

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Per affrontare queste criticità, è stata proposta una governance territoriale strutturale che prevede due organismi: una fondazione pubblico-privata per definire un codice etico, linee guida, e una società operativa senza scopo di lucro che fungerà da sportello unico. Quest'ultima gestirà l'accoglienza, l'incrocio domanda-offerta, l'assegnazione di alloggi dignitosi e la formazione.

Questo modello mira a contrastare lo sfruttamento e a qualificare la manodopera. L'obiettivo operativo per il 2026 è l'assunzione trasparente di 120 lavoratori, focalizzandosi sulle fasce più vulnerabili. Il progetto, che entra ora nella fase costitutiva degli enti e di attivazione dei servizi, è cruciale per garantire che la qualità del prodotto vitivinicolo sia supportata da una pari qualità del lavoro.

Addio a Giuliano Noè, l’enologo che reinventò la Barbera

Nato a Monforte d’Alba, fu ‘barberologo’ ed enologo dell’anno 2005; portò il nizza alla DOCG autonoma