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IL CASO

Bra, sciopero CGIL: presidio a Pollenzo contro salari bassi e tagli al welfare

In viale Nogaris lavoratori e sindacato denunciano il lavoro povero e chiedono risorse per scuola, sanità e previdenza

Bra, sciopero CGIL: presidio a Pollenzo contro salari bassi e tagli al welfare

Nel contesto dello sciopero generale indetto per venerdì 12 dicembre, la CGIL Cuneo ha focalizzato l'attenzione sulle problematiche occupazionali del comprensorio albese-braidese. Il sindacato ha organizzato un presidio in Viale Nogaris, nell'area industriale di Pollenzo, posizionandosi simbolicamente davanti alle cooperative che operano nel settore del confezionamento, spesso in regime di appalto per realtà produttive di rilievo come Miroglio e Ferrero.

La scelta del luogo mirava a evidenziare, dal basso, le criticità legate ai salari insufficienti e al progressivo assottigliamento delle tutele lavorative. La mattinata è stata scandita da interventi e manifestazioni che hanno dato voce al disagio di lavoratori, delegate e pensionati. Al centro della protesta vi è il fenomeno del lavoro povero, alimentato da turni flessibili, dalla diffusione degli appalti a cascata e dalla conseguente incertezza prospettica in un distretto noto per la sua elevata produttività.

Laura Vaschetto, della Segreteria Generale della Camera del Lavoro di Cuneo, ha rimarcato la centralità della vertenza: "Queste sono le realtà dove prende forma e cresce il fenomeno del lavoro povero. Una delle ragioni della protesta sindacale odierna è proprio far emergere queste ingiustizie, rispetto alle quali l'attuale manovra di bilancio del Governo Meloni non presenta misure adeguate."

La Segretaria ha inoltre avanzato una critica diretta alle scelte economiche nazionali, definendo impietosi i numeri che descrivono un ulteriore declino del welfare sociale. Tale orientamento sarebbe dettato dalla necessità di rientrare nei rigidi parametri europei, mentre, parallelamente, il paese si impegna in una spesa pluriennale miliardaria destinata al riarmo.

Nel mirino della mobilitazione sindacale sono finiti anche i capitoli chiave della spesa pubblica: scuola, sanità e previdenza. La CGIL esige una netta inversione di rotta, chiedendo che si interrompa l'aumento delle spese militari per destinare risorse agli investimenti nei servizi essenziali e al sostegno delle fasce sociali più fragili, denunciando l'acuirsi delle disuguaglianze e la crescente erosione del potere d'acquisto dei salari nella Provincia di Cuneo.

Nonostante l'Esecutivo abbia ribadito la necessità di mantenere l'ordine nei conti pubblici nel rispetto dei vincoli europei, dal territorio la richiesta si concentra su un cambio di strategia: più investimenti nel welfare, il rinnovo dei contratti nazionali e un contrasto più incisivo alla povertà lavorativa. Il sindacato annuncia che la mobilitazione proseguirà nelle prossime settimane, focalizzandosi in particolare sulla difesa della sanità pubblica e sul sostegno alla crescente platea della non autosufficienza.

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