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Il lutto

L'addio a Paolo Dondi, l’uomo che ha portato il rugby a Settimo: un campione senza palla ovale

Addio a Paolo Dondi, anima del Settimo Torino Rugby: dirigente che ha fondato il movimento rugbistico a Settimo, simbolo di lealtà, umiltà e dedizione

L'addio a Paolo Dondi, l’uomo che ha portato il rugby a Settimo: un campione senza palla ovale

Settimo Torinese piange la scomparsa di Paolo Dondi, dirigente del Settimo Torino Rugby, spentosi all'età di 81 anni dopo aver affrontato una malattia incurabile. Con lui se ne va non solo un dirigente sportivo, ma un vero e proprio "modello di stile": un uomo che ha incarnato i valori di lealtà e correttezza del rugby, sport che ha contribuito a far germogliare e fiorire sul territorio settimese. 

Sebbene non avesse mai indossato i tacchetti né passato una palla ovale in partita, il suo contributo è stato giudicato pari a quello di un fuoriclasse. Giovanni Ferlin, ex talento del rugby locale, lo ha ricordato con parole cariche di commozione sui social, elencando i pilastri del rugby: «Rispetto, lealtà, autocontrollo, spirito di squadra, solidarietà, umiltà, sacrificio, determinazione, generosità».

Ferlin ha sottolineato come Paolo possedesse tutte queste doti innate: «Dobbiamo dire che il nostro amico Paolo era un campione». La sua grandezza risiedeva nella capacità di costruire una realtà solida senza mai cercare il protagonismo, mettendo sempre i ragazzi e la squadra al centro di ogni progetto. Senza la sua visione, venticinque anni fa, il movimento rugbistico a Settimo non avrebbe visto la luce.

L'avventura sportiva di Dondi è stata una sfida vinta contro lo scetticismo e le difficoltà logistiche. Insieme a Maurizio Ferlin, Paolo ha edificato una società partendo dal nulla assoluto.

È stato un piccolo ma significativo "miracolo di provincia": Dondi è riuscito ad aggregare un gruppo di giovani nati nei primi anni Settanta per portarli sul fango e sull'erba del campo da gioco. 

l suo modo di intendere il ruolo dirigenziale — sobrio, concreto, generoso — rappresenta oggi un termine di paragone per chiunque guidi una società sportiva o un settore giovanile. La sua "disponibilità limpida" è stata una lezione costante di buon senso ed etica, un tesoro prezioso per generazioni di atleti e dirigenti.

I funerali si sono svolti nel pomeriggio di martedì 30 dicembre presso la parrocchia di San Giuseppe Artigiano. La comunità si è stretta attorno alla moglie Daniela, ai figli Dario e Laura e ai nipoti.

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